Milano, 18 giugno 2024 – Ancora una volta il simbolo di Milano deturpato senza vergogna da chi non conosce la storia, l’arte e nemmeno le regole minime dell’educazione civica. Perché se i graffiti scarabocchiati sono odiosi ovunque, dal muro di periferia alla facciata di un edificio signorile, risultano intollerabili e non dovrebbero rimanere impuniti se oltraggiano Piazza Duomo, nello specifico cinque dei sei piloni di marmo che sorreggono i lampioni di fronte alla cattedrale, dove i turisti si fermano per il classico selfie o per levare lo sguardo verso la Madonnina.
Da un paio di giorni, invece, il loro sguardo è catturato anche da quelle incomprensibili scritte con vernice spray nera apparse la scorsa notte o forse quella precedente sulle colonne bianche. Non è certo la prima volta, anzi: basta guardarle da vicino per scorgere scritte più datate come testimonia l’inchiostro scolorito di vecchie dediche o semplici firme che qualcuno che qualcuno pensò bene di immortalare proprio lì.
I raid più eclatanti, tuttavia, rimangono quello degli attivisti di Ultima Generazione che versarono della vernice gialla sulla statua di Vittorio Emanuele II di fronte al Duomo e l’imbrattamento della parte alta della facciata della galleria stessa. In entrambi i casi i costi per ripulire le scritte non furono di poco conto-
La speranza è che qualche telecamera possa avere ripreso il raid vandalico e che gli autori vengano scoperti e obbligati a pagare di tasca loro il ripristino del marmo.