Milano – Chissà cosa direbbe il povero Ercole Rosa, che lavorò al monumento di Vittorio Emanuele II per 12 anni e che morì prima che venisse inaugurato nel 1896. La statua nel centro di piazza Duomo a Milano è infatti imbrattata da più di mese, sotto gli occhi increduli delle centinaia di turisti che affollano il centro, soprattutto in questi giorni del ponte pasquale.
Il cavallo da cui il re dell’Unità d’Italia sprona le truppe, i soldati della battaglia di Magenta e i leoni del basamento, sono ancora ricoperti dalla vernice gialla lanciata il 9 marzo scorso da due attivisti di Ultima Generazione.
Vernice (non) lavabile
Evidentemente, nonostante le precisazioni che accompagnano i blitz ambientalisti, la vernice utilizzata non è poi così lavabile. Anche perché, neanche un’ora dopo l’azione dimostrativa del marzo sorso gli addetti dell’Amsa si erano precipitati in piazza Duomo per ripulire il monumento.
Arte vs ambientalismo
Lavoro che però non è servito a molto e, anzi, sembra aver fissato la vernice ancor più in maniera definitiva sul bronzo e sul marmo delle sculture. E pensare che l’accusa alla base dei blitz di Ultima Generazione è “Vi interessano più i monumenti e le opere d’arte del disastro ambientale e climatico”. A giudicare dai fatti, da piazza Duomo di Milano arriva invece una smentita.
Troppo delicata
In realtà la questione è piuttosto delicata, intervenire con le classiche pulitrici a idrogetto che l’Amsa utilizza per rimuovere i graffiti dai muri dei palazzi non è forse indicato, visto che la fonderia Barigozzi che realizzò materialmente le statue terminò i lavori nel 1893. Le opere che compongono il monumento hanno quindi 130 anni di vita e il rischio di danneggiarle in maniera definitiva è molto alto.