Sulla lapide istituzionale, assediata dalla salvia, si fatìca a leggere "innocente morto tragicamente nei locali della Questura di Milano", mentre l’altra sulla quale "gli studenti e i democratici milanesi" hanno scritto "ucciso innocente" ha intorno una corona, delle piantine, un uomo che canta a Pino Pinelli una ninna nanna anarchica mentre il corteo con le autorità e l’associazione familiari, l’Anpi e i sindacati si avvia da piazza Scala per arrivare, dopo uno slalom nel mercatino di Natale, in piazza Fontana e alle 16.37 suonare il Silenzio davanti alla banca dove la bomba uccise le altre 17 vittime della strage fascista.
Ma non c’è divisione in questo 12 dicembre, e dagli anarchici schierati per patire col loro corteo non si sentono (almeno lato palco) suoni di contestazione neanche quando il segretario della Cisl ricorda il commissario Calabresi, appena iscritto nel Famedio, come diciannovesima vittima. Perché dallo stesso palco alla piazza in cui essere, dice, è "un atto politico", il sindaco Giuseppe Sala ha appena annunciato d’aver deciso "di conferire l’Ambrogino d’oro alla memoria a Licia Pinelli", la vedova di Pino morta un mese e un giorno fa a 96 anni, come "atto di rispetto per aver fatto del suo dolore una missione di impegno civile". La cerimonia sarà il 10 gennaio, "la mamma avrebbe compiuto gli anni il 5 - spiegano le figlie Silvia e Claudia –. Ci ha fatto molto piacere questo riconoscimento" conferito non per trattativa consiliare ma "dal sindaco come più alta onorificenza che può dare la citta di Milano. Bisogna dire che il sindaco Sala non è la prima volta che ricorda la nostra famiglia, è stato l’unico a posare, nel 50esimo anniversario, un cippo e un albero dove vivevamo, nel quartiere San Siro, in ricordo di nostro padre. Inoltre ha fatto un discorso importante chiedendo scusa alla famiglia, è stata la prima volta" per un sindaco.