Sesto San Giovanni (Milano) – L’ultima parola sarà quella dell’Amministrazione, ma in commissione Toponomastica è già arrivata una proposta destinata a far discutere. Nell’ex Stalingrado d’Italia potrebbe essere dedicata una piazza a Sergio Ramelli. A chiederlo è l’associazione sestese Il Tricolore. La onlus ha raddoppiato: l’istanza prevede, infatti, di intitolare un luogo anche a Enrico Pedenovi. Due esponenti dell’estrema destra, caduti vittime del terrorismo rosso a metà degli anni Settanta. Ramelli era uno studente milanese di 19 anni, militante del Fronte della Gioventù, aggredito il 13 marzo 1975 da un gruppo della sinistra extraparlamentare legato ad Avanguardia Operaia. Il giovane, dopo aver già subìto un linciaggio pubblico a scuola a causa di un tema, fu barbaramente picchiato a colpi di chiave inglese, mentre stava tornando a casa in motorino: morì 47 giorni dopo l’agguato per i gravissimi traumi riportati.
Pedenovi era invece un avvocato e consigliere Msi della Provincia di Milano. Pur non essendo un personaggio di spicco, il suo nome era comparso in una lista di “militanti neofascisti” pubblicata su Lotta Continua. La mattina del 29 aprile 1976, vicino a casa, l’omicidio poi rivendicato da un’organizzazione riconducibile a Prima Linea. Nella città Medaglia d’Oro alla Resistenza, le polemiche sono già esplose. Michele Foggetta, consigliere comunale di Avs che rappresenta l’opposizione in commissione Toponomastica, ha votato “no”. “Al di là del giudizio per le due persone, sono assolutamente contrario. Ho trovato questa proposta pretestuosa, provocatoria e soprattutto divisiva. Su questa linea, quante potremmo lanciarne noi, chiedendo di dedicare vie a Fausto e Iaio, alla strage di Bologna e piazza Fontana, ma anche a Claudio Varalli e Guido Rossa, vittime del terrorismo?”.
Sesto pagò un prezzo altissimo in quegli anni: il conflitto a fuoco in cui morirono il brigatista Walter Alasia, che uccise il maresciallo Sergio Bazzega e il vicequestore Vittorio Padovani, poi gli omicidi di Renato Briano, direttore della Marelli, e Manfredo Mazzanti, dirigente alla Falck. “Anni terribili, quasi 500 morti tra destra e di sinistra, civili, militanti, forze dell’ordine - conclude Foggetta -. Abbiamo bisogno di una proposta che non divida ma unisca: quindi, ho avanzato l’idea di dedicare un luogo a tutte le vittime degli anni di piombo”.