Milano – “A Milano, di notte, c’è il mare. È un mare di persone che, nascoste dall’oscurità, nuotano da un locale all’altro per pescare o per farsi pescare, un po’ esche, un po’ squali, disinvolti e impacciati. È un mare di guai, nelle bische volanti di piazza Tirana, dove un dado e una pallottola rimediano sempre un buco di troppo”. Le bische descritte da Andrea G. Pinketts nel noir “Il vizio dell’agnello“, pubblicato nel 1994, sono un flash dagli anni Ottanta e per chi ci vive sono stati il male minore rispetto ad altri problemi, venuti dopo, che hanno interessato l’enorme piazza fra via Giambellino e la stazione ferroviaria di San Cristoforo.
La fontana simbolo… del degrado
Da tempo piazza Tirana è uno degli angoli più degradati di Milano, a causa di case occupate, criminalità e degrado diffuso. Visibile anche nella fontana, rivestita di granito bianco e realizzata nel 2002 con l’intenzione di dare lustro all’area, finita, a causa dell’invasione di alghe e bottiglie che sempiternamente galleggiano nella vasca, per deturparla ancora di più.
Un ghetto
“La zona è un ghetto perché negli alloggi popolari non c’è stato alcun mix abitativo, qui sono confinate tutte le forme di fragilità”, afferma il farmacista Andrea Nobis, 60 anni. La convivenza forzata fra abusivi, stranieri di tutte le etnie, disoccupati, persone con dipendenze, disagio psichico e problemi con la giustizia nei palazzoni scrostati dell’Aler ha generato una situazione esplosiva. Fra le tante conseguenze, anche la penuria di camici bianchi: troppe minacce ai medici da parte di chi vuole essere visitato subito, senza appuntamento. Con relativa fuga.
La farmacia container
La farmacia San Cristoforo spesso ne ha fatto le veci, anche nei tempi complicati del Covid. Dal giugno dell’anno scorso, però, si è trasferita dentro un grosso container. Una decisione dovuta all’abbattimento, all’inizio dell’anno, dello stabile Aler fra piazza Tirana al 2 e il civico 150 di via Giambellino, dove aveva sede, al piano terra, anche l’attività. Un’alternativa più consona a un prefabbricato le istituzioni non l’hanno trovata. “Dovremo attendere ancora due anni e mezzo per la ricostruzione del palazzo...”, dice il farmacista.
In tanti gettano la spugna
In tanti invece non hanno resistito. L’anno scorso ha gettato la spugna la tabaccheria-edicola Zecchillo, al civico 5: la nuova gestione cinese ha fatto piazza pulita dei giornali, mettendoci l’assai più redditizio bar. Da un po’ di mesi è chiusa la serranda della trattoria al civico 18 (ex storica cooperativa di consumo Giambellino). Pare ci siano le mire di una catena di fitness o della grande distribuzione organizzata.
L’ex pornostar
La fuga più clamorosa da piazza Tirana però risale al 2017: è quella dell’ex pornostar Nuvola Nera che ha gestito per anni un locale per adulti al civico 11, “L’enigma“ (omaggiato anche da Pinketts nel saggio “Love” del 2003). “Quando ho aperto il locale, nel 1994, al Giambellino c’erano dei regolamenti di conti nella mala italiana, ma la piazza era pulita, adesso hai questi malavitosi da quattro soldi pronti a tirar fuori il coltello per una sciocchezza”, disse la Circe del quartiere a Mimmo Lombezzi, in un’intervista sul Secolo XIX nel 2014. Parole che suonano come profetiche. Perché il 27 agosto del 2016 la donna, dopo averne respinto l’approccio volgare, venne malmenata brutalmente da Mostafa El Gatnaoui, un marocchino pregiudicato e irregolare. Lo stesso balordo, 52 anni, quasi un anno dopo, fra l’8 e il 9 luglio, si rivelò anche un brutale assassino, uccidendo a colpi di cacciavite un 18enne di origine egiziane, Roberto Farouk Samir Halim, dopo una stupida lite nata per una sigaretta. “A me diede colpi così forti al seno e al viso che caddi a terra svenuta. Decisi di chiudere l’associazione: troppo pericoloso rimanere lì per me, le ragazze e tutti gli avventori”, racconta oggi Nuvola Nera. Al posto del suo club del peccato oggi c’è una sartoria sociale. L’ex regina del proibito, che ha 63 anni, si è trasferita da tempo in provincia di Pavia e col suo vero nome fa altro (è a capo di una ditta di servizi).
La speranza M4
La speranza di nuova palingenesi è legata all’apertura del capolinea San Cristoforo della metro 4. L’attesa starebbe per concludersi. A fine settembre è previsto il completamento delle ultime 13 stazioni della linea blu, a distanza di nove anni dai primi lavori. Il cantiere per la nuova metropolitana ha rovesciato come un calzino anche la piazza, facendo sparire panchine e aree verdi. Gli operai sono al lavoro anche per la nuova passerella ciclopedonale che collegherà piazza Tirana da via Lodovico il Moro, consentendo anche da lì di accedere alla stazione ferroviaria, dove passano regionali e la linea S9. “Speriamo in una riqualificazione che non sia solo infrastrutturale”, dice Guang Hu, 38 anni, titolare del bar “Golden“, aperto 12 anni fa. “Questo quartiere ha bisogno di avere fiducia, dopo essersi sentito troppo a lungo una discarica sociale”, aggiunge Raffaella Di Domenico, 65 anni, titolare del salone Sisters, che resiste in piazza Tirana da 50 anni.