MAURIZIO
Cronaca

Piazza Vetra da scoprire, dagli antichi supplizi alle case di Raboni

Il poeta Maurizio Cucchi visita la piazza Vetra, riflettendo su opere d'arte, poesia e storia. Conclude la passeggiata con una sosta alla "Cantina della Vetra".

Il poeta Maurizio Cucchi visita la piazza Vetra, riflettendo su opere d'arte, poesia e storia. Conclude la passeggiata con una sosta alla "Cantina della Vetra".

Il poeta Maurizio Cucchi visita la piazza Vetra, riflettendo su opere d'arte, poesia e storia. Conclude la passeggiata con una sosta alla "Cantina della Vetra".

Cucchi

Da via Molino delle Armi entro in piazza Vetra e vengo subito a trovarmi davanti ai lavori del metrò, del quale mi compiaccio di vedere la scritta su fondo rosso e la già pronta scala mobile per la discesa alla fermata. Eccomi allora all’ingresso del parco, dov’è impossibile leggere il cartello del regolamento in quanto ricoperto dai soliti scarabocchi incivili. È una tarda mattina di sole ed entro comunque soddisfatto, ascoltando il ripetuto abbaiare di un cane e osservando bravi tipi sulle panchine, tra i quali una coppietta in tenerezze. Essendo in piazza Vetra, il mio pensiero va subito al grande poeta Giovanni Raboni, che ci ha, purtroppo, lasciato il 16 settembre di 20 anni fa e che fu indimenticabile autore anche di un libro di versi intitolato proprio “Le case della Vetra“. E, naturalmente, a questo proposito, non possiamo non andare anche alla memoria di Alessandro Manzoni… Lascio però nella mia mente la poesia per l’arte, mentre osservo la statua tardo barocca di San Lazzaro, che fu collocata proprio lì, dove erano in passato eseguiti pubblici supplizi ed esecuzioni capitali. Osservo intanto, sull’altro lato del parco, uno striscione in doppia copia davanti all’Istituto scolastico Carlo Cattaneo, che propone seri temi concreti per quanto non poeticissimi: “Amministrazione Finanziaria e Marketing“ e “Costruzioni. Ambiente. Territorio“. Proseguo, osservando soddisfatto dall’esterno i begli alberi elevati del Parco delle Basiliche, e sono in via Papa Gregorio XIV, passando sotto l’insegna del Teatro Alcione. In effetti avrei soprattutto un desiderio, che è quello di rifocillarmi, e qui c’è solo l’imbarazzo della scelta... Leggo l’invitante scritta di un locale che già conoscevo, e cioè “Cantina della Vetra“ e decido di chiudere per bene, nell’ampio dehors che lì offrono, la mia serena passeggiata.