Milano – In epoca romana era uno slargo appena fuori dalle mura, dove il canale Vetra incontrava i fiumi Seveso e Nirone. Nel Medioevo era un campo dove venivano impalati gli eretici, bruciate le streghe, impiccati gli assassini. Nell’’800 era un quartiere povero e pericoloso, sede di tintorie e concerie, frequentato da delinquenti e prostitute. Una storia lunga e multiforme quella di piazza Vetra, che oggi appare come una spianata semicircolare all’ombra della Basilica di San Lorenzo Maggiore.
La sezione più interna è adibita a parco, quella esterna è pavimentata e punteggiata da negozi, una grande area è occupata dal cantiere della nuova stazione della metro blu. “È una zona di passaggio più che di sosta, attraversata da qualche turista e da molti studenti”, racconta Alice Velati, che abita vicino. “La sera risente del movimento dei giovani che frequentano le Colonne e i locali qui intorno - aggiunge Mirko Merli, che lavora in zona - Ma resta una piazza tranquilla e molto amata dai milanesi”. Dove riposano le storie e le leggende di secoli e secoli di vita cittadina.