ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Piero, il testimone delle Foibe: "Parlerò del dramma finché vivrò. I giovani, baluardo della memoria"

Il padre e sei parenti spariti nel nulla: i ricordi di Tarticchio nel libro “Sono scesi i lupi dai monti” .

Piero Tarticchio e l’orchestra della scuola media Sabin al Centro civico di Segrate

Piero Tarticchio e l’orchestra della scuola media Sabin al Centro civico di Segrate

"Per gli anni che mi restano da vivere, continuerò a testimoniare. E poi? E poi ci saranno le mie figlie e dopo, mi auguro, i loro figli e i loro nipoti. Le nuove generazioni come baluardo della memoria. Finché ci saranno apostoli che perpetueranno il Ricordo, noi vivremo e le atrocità avvenute sul confine orientale non verranno dimenticate". Il segratese Piero Tarticchio, scrittore e grafico, è fra i (pochi) testimoni ancora viventi del dramma delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Classe 1936, originario di Gallesano, vicino a Pola, aveva solo 11 anni, quando i miliziani di Tito prelevarono da casa suo padre, per imprigionarlo e farlo sparire nel nulla. "La sua colpa? Essere italiano". La stessa sorte toccò ad altri sei parenti del giovane Piero, fra i quali il sacerdote Angelo Tarticchio, barbaramente ucciso dopo essere stato torturato. "Dopo il funerale di don Angelo, mio nonno pronunciò la frase: "Sono scesi i lupi dai monti, sono scesi con occhi di bragia". A volte la ferocia dell’uomo supera quella di qualunque altro essere vivente".

"Sono scesi i lupi dai monti" è il titolo del libro autobiografico, nel quale Tarticchio racconta quegli avvenimenti, compreso il suo peregrinare da esule, insieme alla madre, in svariate località della Penisola, fino all’approdo a Milano. Ambrogino d’oro nel 2022, ideatore del monumento di Milano dedicato ai martiri delle Foibe, ancor prima che venisse istituito il Giorno del Ricordo, Tarticchio già andava nelle scuole per raccontare una pagina della storia italiana rimasta a lungo dimenticata. "Abbiamo dovuto combattere contro il negazionismo, e il giustificazionismo, prima che quanto accaduto sul confine orientale venisse riconosciuto come meritevole di memoria. Oggi c’è ancora chi ignora quelle vicende. Perciò le racconto ai ragazzi, non tenendo una lezione di storia, che annoierebbe a morte, ma parlando di me e della mia famiglia". Concetti che Tarticchio ha voluto ribadire anche nel pomeriggio di ieri al centro civico di Segrate, dove ha portato il suo contributo nell’ambito delle iniziative organizzate dal Comune per il Giorno del Ricordo. L’evento ha visto anche la partecipazione dell’orchestra della scuola media Sabin, che si è esibita in un concerto con musiche e letture dedicate.