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Studente accoltellato a scuola, l’aggressore si difende: “Volevo proteggere la mia amica da quel bullo”

Pieve Emanuele, l’interrogatorio del 18enne arrestato per fendenti al 15enne nell’atrio del Cfp: “Lui la faceva piangere”

Carabinieri al Cfp di Pieve Emanuele dopo l'accoltellamento (Foto MDF)

Pieve Emanuele (Milano) – La sua intenzione sarebbe stata quella di proteggere una sua amica, per lui “quasi una sorella”, da continui maltrattamenti e “molestie” che subiva da quel ragazzo, che si comportava come il “bullo della scuola”, e per questo si è presentato fuori dall’istituto, per andare a prendere lei. E aveva portato con sé il coltello per difendersi.

Così nella mattina di oggi giovedì 8 febbraio, interrogato dal gip di Milano, si è difeso il 18enne arrestato nel pomeriggio di due giorni fa per aver accoltellato ad una gamba un 15enne fuori dal Cfp di Pieve Emanuele.

Il 18enne, in carcere a San Vittore e assistito dall'avvocatessa Samanta Barbaglia, ha raccontato che quell'amica, che lui frequentava così come il 15enne, sarebbe stata obiettivo continuo di maltrattamenti e "oppressione” da parte del ragazzo che la faceva anche “piangere”. Dunque, lui voleva difenderla e al termine delle lezioni è andato a prenderla, come faceva “regolarmente”. Poi, è scaturita la lite col 15enne (“di persona non lo conoscevo nemmeno”, ha detto l'arrestato) e il maggiorenne avrebbe sferrato quel fendente alla gamba.

Dalle indagini dei carabinieri e del pm Letizia Mocciaro è emerso che il 18enne, con precedenti per reati di droga e che aveva la misura dell'obbligo di firma, anche prima dell'aggressione avrebbe minacciato al telefono il ragazzino con frasi come "ammazzo te e tua madre”. Nelle prossime ore il giudice Alberto Carboni dovrà decidere sulla convalida e sulla misura cautelare. Il pm ha chiesto il carcere per lesioni aggravate dall'uso dell'arma, minacce gravi e porto del coltello.