Milano – Deve restare in carcere, non più però con l'accusa di lesioni aggravate ma con quella più grave di tentato omicidio, il 18enne di Rozzano arrestato nel pomeriggio di martedì 6 febbraio per aver accoltellato un 16enne fuori da una scuola di formazione professionale a Pieve Emanuele. Lo ha deciso il gip di Milano Alberto Carboni, che ha convalidato l'arresto ed emesso l'ordinanza di custodia cautelare riqualificando l'imputazione. Il giovane resta anche indagato per minacce gravi e porto di coltello.
Secondo il gip il 18enne aveva “intenzioni omicidiarie”, anche perché mentre lo inseguiva “continuava a urlare ti ammazzo”. E occorre “domandarsi cosa sarebbe accaduto se, anziché essere medicato nell'immediatezza” ed essere subito portato in ospedale, “il ragazzo fosse stato abbandonato nel luogo dell'accoltellamento”.
Nell’ordinanza il giudice mette in evidenza, in particolare, le immagini agli atti, ossia la “pozza di sangue” all'ingresso dell'istituto. Immagini che “fanno subito pensare a una scena di un omicidio consumato con efferatezza”.
Il 18enne, nell'interrogatorio di oggi di fronte al giudice, non si è scusato per ciò che ha fatto e ha detto che voleva proteggere una sua amica. Dichiarazioni che, scrive il gip, "non incidono sulla materialità dei fatti e non sono comunque attendibili”. Il giovane ha mostrato una “non comune violenza e spregiudicatezza”, tanto che non “ha esitato a inseguire la vittima sin dentro la scuola” e aveva già premeditato tutto, dato che si era portato con sé il coltello e, aggiunge il gip, ha pure “inizialmente sferrato un colpo indirizzato alla gola”. Solo la presenza di altre persone attorno a lui, come un professore, lo ha costretto poi “ad allontanarsi”.