GABRIELE MORONI
Cronaca

Pillitteri: "I nani (politici) sono arrivati dopo di noi..."

Gli ottant’anni dell’ex sindaco: ho visto una Milano capitale, dove venivano Gorbacev, il Dalai Lama e Carlo d’Inghilterra

L'ex sindaco di Milano Paolo Pillitteri

di Gabriele Moroni

Raggiunge oggi l’età patriarcale degli ottanta. Il percorso politico e personale di Paolo (Gian Paolo) Pillitteri coincide in larga parte con quello del socialismo milanese. È stato sindaco di Milano dal 1986, succedendo a Carlo Tognoli, al ‘92, e deputato del Psi. Giornalista e critico cinematografico, è condirettore de L’Opinione delle libertà.

Pillitteri, rimpianti? Nostalgie?

"Sono caratterialmente incapace di nostalgie. Alle nostalgie preferisco i ricordi. Sono sempre stato così e lo sarò, diciamo fino all’anno prossimo".

Quanto le pesava essere definito, quasi etichettato, come "cognato di Craxi"?

"Tanto per cominciare la mia provenienza politica era diversa, venivo dal Partito Socialdemocratico, dove era iniziata la mia carriera politica come consigliere comunale e assessore. Credo che a cominciare con la definizione del cognato sia stato Pansa e in molti gli sono andati dietro. Alla fine mi sono rotto e ho detto che se Bettino firmava i suoi editoriali GdT, Ghino di Tacco, io mi sarei firmato CdC, cognato di Craxi. Allora hanno smesso. O quasi".

La sua Milano era proprio tutta da bere come nella famosa pubblicità di un amaro?

"Tendo a confondere Pillitteri 80 con Milano ’80. Come per un meccanismo identificativo. In quegli anni Milano dimenticò le tristezze del decennio precedente e ritrovò la sua anima. Fu una capitale e lo fu per due fenomeni concomitanti, insieme con il trionfo del design e del Made in Italy: la moda, che aveva dietro la grande produzione del tessile, e la televisione privata, che comportò il lancio della pubblicità. Era la Milano dove un giorno ho visto Armani che allestiva la vetrina. Dove sono venuti il Dalai Lama, Gorbacev, il principe Carlo d’Inghilterra. Dove ho accompagnato in Duomo Burt Lancaster che stava interpretando il cardinale Federigo nei Promessi sposi".

Sono arrivati anche i nani e le ballerine.

"Quelli li ho visti dopo. All’epoca non li ricordo. Sono venuti dopo, molto dopo gli anni ‘80. Alcuni li intravedo ancora. Parlo di nani politici, si capisce. E le ballerine a seguire. Diciamo delle ballerine nanerottole. Questo mi suggerisce una considerazione: i leader del passato, paragonati a quelli comparsi in seguito, alle piccolezze di oggi, risaltano per grandezza. Mi fa molto piacere quando passeggio o salgo su un taxi e mi sento dire: “Ai vostri tempi ...“ Allora devo concludere che non eravamo poi così male".

In questa Milano c’era anche Mario Chiesa.

"Milano non c’entra. Si può immaginare come sono rimasto quando l’hanno preso con le mani nel sacco. Purtroppo la Storia riserva anche di questi passaggi. Ma i leader restano, con quello che hanno rappresentato, anche con i loro errori. Mi chiedo spesso come si comporterebbe Bettino oggi, come reagirebbe, cosa farebbe. Sicuramente non farebbe tanti comunicati, tante parole. Avrebbe scelto le decisioni".

Poi si cominciò a cercare soldi per il partito e si avviò la stagione degli appalti.

"Quando arrivò Bettino le casse del Partito Socialista erano vuote. C’erano da pagare gli affitti delle federazioni, gli stipendi dei funzionari. Chiese a quelli che avevano incarichi pubblici di versare un contributo. E c’erano i contributi dei privati, come per tutti i partiti. Lo spirito generale era quello di servizio nei confronti del partito. Quando il Psi incominciò a crescere arrivarono quelli che questo spirito, questa devozione al partito l’avevano meno".

Chi è Paolo Pillitteri, oggi?

"Sono abbastanza sereno. Sono contento di essere arrivato a questa età. Non avverto particolari mancanze. Scrivo tutti i giorni. Scrivere mi aiuta a stare attento a ciò che accade e mi dà una grande mano a rimanere sveglio. Vado spesso in tram e in metropolitana e sono contento quando mi sento chiedere: “Ma lei è Pillitteri?“ Oppure: “Ma tu sei il Pilli?“ Per noi vecchietti sono cose importanti".