STEFANIA CONSENTI
Cronaca

Pinacoteca di Brera in trasferta a Greco con i mini 'Autoritratti'

Quattro opere della collezione di Cesare Zavattini per la prima volta esposte a MUBIG, il museo di comunità del quartiere Greco

Un momento della presentazione dell'iniziativa a Greco

Milano - «E’ il primo passo per una Brera diffusa". Per una Brera ovunque. James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense, in "trasferta" nel quartiere Greco, per incontrare i residenti, ci crede veramente in questo progetto di ABCittà, Mubig, Museo di comunità, che ha preso forma e sostanza in un rione che sino al 1923 era un Comune autonomo. "Noi siamo partner". Un modo, dice, "per uscire dai soliti confini amministrativi, l’arte rigenera".

Per la prima volta quattro opere della collezione Zavattini, gli “Autoritratti“, di Dino Buzzati, Fausto Melotti, Bruno Munari e Mimmo Rotella, sono partite da Brera ed esposte (per un giorno) a Borgo Cascina Conti, nel cuore del quartiere Greco, per la felicità dei residenti. Cesare Zavattini, scrittore e notissimo sceneggiatore nel cinema neorealista, amava l’arte e si dedicava spesso alla pittura, svago prediletto, e alla sua grande passione, il collezionismo. Ma non potendo permettersi quadri grandi, troppo cari per le sue tasche, si era concentrato su quelli di piccole dimensioni a tal punto da mettere insieme in 40 anni una collezione unica, di opere formato cartolina. Ai pittori - da Melotti a Rotella, da Depero a Marini, solo per citarne alcuni- ma anche a critici d’arte e intellettuali, chiedeva autoritratti e 152 di queste mini tele fanno parte del patrimonio di Brera. Non solo.

La chiesa di San Martino, al centro della piazza, ospita (da sempre) due opere della Pinacoteca di Brera ( Visione mistica di Santa Caterina da Siena , 1655 circa, di Luigi Pellegrini Scaramuccia detto il Perugino e Madonna della Misericordia della Bottega di Federico Barocci detto il Fiore) per le quali sono state realizzate due didascalie come quelle che si trovano proprio a Brera. In particolare la tela della Bottega di Barocci arriva a Greco nel 1818 per volere di Andrea Appiani all’epoca direttore della Pinacoteca, per arredare una delle cosidette "chiese povere". Fanno parte del pacchetto anche le "discovery box", o "museo in scatola" realizzate sempre da ABCittà e la Pinacoteca di Brera, scatole piene di oggetti, documenti, proposte di attività sul tema dei confini che possono essere prestate e fatte circolare. E, ieri di buon grado alcuni residenti si sono fatti ritrarre dagli studenti del Liceo Caravaggio di Milano.

"L’iniziativa è stata accolta molto bene dai cittadini - aggiunge Anna Cimoli, ricercatrice dell’Università di Bergamo e responsabile area Musei di ABCittà, un collettivo di urbanisti e operatori sociali in partnership con Stazione Radio - . D’altronde sin dall’inizio di questo percorso non abbiamo mai voluto colonizzare un pezzo di città, ma abbiamo fatto un lungo lavoro di ascolto". Tutto gravita attorno al progetto BIG a cui si deve la riqualificazione di un’antica cascina trasformata in mini alloggi per genitori single con bambini, giovani lavoratori e anziani autosufficienti con servizi in comune e attività condivise, come l’orto o la ciclofficina. Qui si inserisce il progetto museo, e Brera, assicura il direttore, "non farà mancare il sostegno anche per sviluppi futuri".

Intanto, i residenti si godono questa "rinascita del borgo", con la selezione su “misura“ di opere d’arte di Zavattini a ricordare il suo speciale sguardo dedicato alla vita urbana meneghina nel suo “Totò il buono“ (1942), da cui venne tratta la celebre pellicola “Miracolo a Milano“ (Vittorio De Sica, 1951)e la testimonianza di quattro importanti personalità dell’arte e della cultura particolarmente legati a Milano, come Dino Buzzati e Fausto Melotti. L’esperimento di Greco, con il supporto di un grande e importante museo come la Pinacoteca di Brera, potrebbe essere replicato in altre zone di Milano, come ad esempio a GiaLo, Giambellino–Lorenteggio, con il sostegno del Comune.