Milano – L’ultima Giunta regionale utile è oggi, per rinnovare l’incarico di Francesco Paolo Tronca a commissario del Pio Albergo Trivulzio. E, salvo sorprese dell’ultimo minuto, l’ex prefetto di Milano (ed ex commissario di Roma Capitale) sarà confermato per altri 12 mesi dove lo volle la Regione d’accordo col Comune di Milano l’8 agosto di un anno fa, per risanare i conti della Baggina all’epoca sul baratro di un rosso di 30 milioni con 110 milioni di euro di debiti, ha confermato un paio di settimane fa alle Commissioni Sanità e Sostenibilità sociale del Pirellone lo stesso Tronca, spiegando d’aver ridotto l’indebitamento a 26 milioni. E illustrando il suo piano di “valorizzare” il patrimonio del Pat (terreni e immobili per oltre 800 milioni, ma il 30% delle case è sfitto e ci sarebbero 3,7 milioni di morosità) conferendolo a un fondo di Invimit, società di gestione del risparmio del ministero dell’Economia e finanze.
Il fondo è osteggiato dai sindacati degli inquilini, che temono per i locatari a reddito medio o medio-basso che abitano le case del Pat a canone concordato (circa metà del totale) e pure alloggi a canone libero ma con affitti molto sotto i prezzi di mercato dopo aver investito nella ristrutturazione attraverso il pasticciato meccanismo delle aste, introdotto dalla Baggina negli ultimi 15 anni.
Tronca alle commissioni ha detto che valuterà le situazioni “caso per caso” e saranno tutelati gli inquilini fragili, che però non superano il 15% del totale. E ha denunciato “canoni paradossali, che sono metà, un quarto, un quinto, perfino un decimo di quello che dovrebbero”. Nomi, il commissario non ne ha fatti, ma l’indomani il quotidiano La Repubblica ha pubblicato quelli di alcuni inquilini “vip” e relativi canoni stracciati; e tra un presidente dell’Inter Beppe Marotta e un Pier Filippo Giuggioli dell’Unione dei piccoli proprietari è spuntato pure Fratelli d’Italia, primo partito della maggioranza che governa in Italia e in Lombardia, che per la sua sede di 60 metri quadri in corso Buenos Aires sborserebbe 2.200 euro. Non al mese: all’anno.
Una fuga di notizie che avrebbe irritato i vertici lombardi di FdI; e il rinnovo dell’incarico a Tronca, calendarizzato lunedì scorso, sarebbe stato rinviato proprio per i dubbi manifestati dal partito il cui capodelegazione in Giunta è l’assessore alla Sicurezza Romano La Russa. FdI avrebbe fatto proprie le doglianze degli inquilini a reddito medio-basso e questionato la durata della proroga di Tronca, che un anno fa era stato nominato per sei mesi, poi rinnovato per altri sei il 5 febbraio. L’intenzione iniziale della Giunta guidata dal governatore leghista Attilio Fontana sarebbe stata infatti di confermare il commissario per tutto il suo possibile mandato.
Che s’è appena allungato, grazie alla revisione normativa ordinamentale approvata dal Pirellone lo scorso 23 luglio, a 18 mesi rinnovabili solo una volta per altri 18; con una clausola che chiarisce che le nuove regole in “situazioni eccezionali di particolare complessità” si applicano “anche ai commissariamenti in corso” “ancorché già rinnovati”. Tronca, insomma, avrebbe potuto restare al Pat altri due anni: troppi secondo FdI, che avrebbe insistito per confermarlo solo per sei mesi. Alla fine, il compromesso dovrebbe essere stato trovato in un anno, fino ad agosto 2025. Salvo colpi di scena.