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Il piano della Giunta: trasformare i 14mila metri del sito a due passi dalla stazione in piena Seggiano, sempre che la vendita vada - prima o poi - in porto
Quinta asta deserta all’ex Itam. Nessuna offerta per la vecchia fabbrica tessile di Pioltello che produceva magliette per i calciatori della nazionale. Un marchio importante passato di mano fino al crac e ora quel che resta di una storia che ha segnato un pezzo di industria lombarda è il degrado. "Credo sia ora di passare a un “piano b” - dice il vicesindaco Saimon Gaiotto - la vendita dovrebbe essere presentata in modo diverso". Un suggerimento per la curatela fallimentare che si occupa dell’incanto. Stavolta, la base d’asta era fissata a 1,37 milioni, "un prezzo decisamente appetibile", eppure nessun costruttore fra i tanti interessati ha presentato un’offerta. Prima dell’asta più di venti operatori avevano chiesto informazioni al Comune sulle previsioni urbanistiche in zona, "ma l’interesse non si è concretizzato - sottolinea il vicesindaco -. Ribassare il prezzo non è la strada giusta". I timori sono legati, forse, a un’eventuale bonifica "l’area è sempre stata a destinazione industriale", anche se il pericolo non è l’amianto "come ha già certificato Ats". La Giunta accarezza da tempo il progetto di trasformazione dei 14mila metri del sito a due passi dalla stazione. Una posizione invidiabile in piena Seggiano, fra via Santuario e via Brasile. Finora ad approfittarne sono i tanti senzatetto che lo usano per ripararsi. Al posto di linee e reparti che quando gli affari andavano a gonfie vele ospitavano 150 dipendenti "il Piano di governo del territorio prevede cinque palazzine di quattro piani, poco più di 8mila metri di residenziale", precisa Gaiotto. Qui, come nel resto della zona, sorgeranno abitazioni, sempre che la vendita vada finalmente in porto. Il polo è fra i palazzi nel cuore della frazione. Per questo lo stato in cui versa è un problema ancora più grosso.
Per il complesso dismesso non è ancora il momento di voltare pagina. La speranza per l’Amministrazione "è che arrivi qualcuno in grado di cancellare la brutta fine di quella che è stata un’importante avventura imprenditoriale". Ai tempi d’oro dai suoi capannoni uscivano anche i costumi di Ian Thorpe, l’australiano leggenda del nuoto, per le Olimpiadi e operai e impiegati lavoravano senza sosta. Adesso, nel vecchio stabilimento arrivano carabinieri e pompieri per scoraggiare gli sbandati alla ricerca di un rifugio.