
Mohamed Pietro Danova, presidente del centro islamico cittadino El-Huda
PIOLTELLO – Fine del Ramadan, dopo 8 anni di assenza fra Covid e polemiche, i musulmani tornano a pregare in pubblico a Pioltello: domenica, erano in 2mila nell’area feste davanti al municipio. “Una gioia”, dice Mohamed Pietro Danova, presidente del centro islamico cittadino El-Huda. Con un neo: “Chiediamo un luogo di culto adeguato. Contiamo sul confronto con le istituzioni alle quali da 25 anni siamo legati da un rapporto di collaborazione e amicizia”. “La scelta di ritrovarsi all’aperto – aggiunge – è dovuta alla mancanza di una moschea in città per momenti di aggregazione importanti sia dal punto di vista spirituale che sociale”.
L’Eid al-Fitr, “festa della rottura del digiuno”, è una delle principali ricorrenze del calendario religioso. La comunità cittadina “conta circa diecimila persone” ma oggi, “i fedeli si riuniscono in uno scantinato sotto un palazzo - spiega Danova - una soluzione che presenta evidenti limiti di sicurezza e dignità. I provvedimenti del Comune che ne impongono la chiusura ci spingono a cercare una soluzione”. Da qui l’acquisto a spese dei credenti di un capannone in via Wagner, ma ci sono vincoli urbanistici “da rivede”.
“Il progetto vuole dare a Pioltello non solo un posto per pregare, ma anche un importante centro di aggregazione socio-culturale al servizio di tutta la cittadinanza e in particolar modo dei giovani”. All’area feste c’erano anche i sacerdoti. Segno del dialogo interreligioso consolidato nel tempo e basato su molti momenti di condivisione: dalla Luce di Betlemme con tutte le confessioni, alla preghiera davanti al presepe a fine anno. Immagini potenti in tempi di guerra.
E sui fili d’amicizia ha insistito anche Mario Delpini, arcivescovo di Milano, nel suo messaggio alle comunità islamiche della diocesi per l’Eid al-Fitr: “Le nostre religioni ci ricordano che per fermare l’odio e i conflitti l’arma migliore è la misericordia di Dio”.