Pioltello, 29 novembre 2024 – Un anno di carcere e 300 euro di multa: pena sospesa per Claudio Fina, candidato sindaco del centrodestra a Pioltello sconfitto nel 2021. Ieri, l’attuale consigliere comunale di Forza Italia ha patteggiato per coercizione elettorale con l’aggravante del metodo mafioso.
Stessa pena e stesso iter giudiziario per Marcello Menni, ex presidente del parlamentino, allora in corsa con una lista civica. È uno stralcio del processo Caino, che ha già visto condannati in appello gli esponenti del clan Maiolo-Manno, la cosca che per la Procura di Milano ha radici solide in città. Fina e Menni dovranno pagare anche le spese legali, 1.700 euro al Comune e all’associazione WikiMafia, parti civili nel procedimento.
La soddisfazione delle parti civili
“È la conferma che il clan contava su una corsia privilegiata in Comune – dice Marco Griguolo, avvocato del sodalizio –. È vero che Fina non è riuscito a diventare primo cittadino, ma è entrato in Consiglio, dove siede tuttora e ha accesso agli atti. Due sentenze certificano la presenza attiva delle famiglie a Pioltello”.
“Una fine soddisfacente – secondo il legale – anche per WikiMafia che contribuisce a mettere nella giusta luce episodi come questo. Il gruppo è una memoria storica, ma è anche uno strumento per dare voce alle vittime di estorsione o alle tante aziende decotte che finiscono per essere intercettate dalla criminalità”. E fra le attività sul territorio c’era anche “l’offerta di appoggio al candidato sindaco del centrodestra”.
Seduti a tavola
La Mobile aveva intercettato un pranzo fra Fina e Cosimo Maiolo, il boss accusato anche di aver organizzato un banchetto elettorale a favore del candidato nella pescheria gestita dal figlio, “sfruttando la propria fama di soggetto apicale in seno alla locale di Pioltello”.
In questo modo faceva “in maniera palese campagna elettorale a favore di Fina e invitava la comunità straniera presente in città a votare per lui, e manifestava pubblicamente il sostegno della ‘ndrangheta facendo pressioni perché gli elettori facessero altrettanto”.
Pressioni inefficaci
Un’influenza che non ebbe, però, l’effetto desiderato. L’attuale sindaca di centrosinistra Ivonne Cosciotti, infatti, vinse con una maggioranza schiacciante al primo turno.
L’inchiesta aveva messo in luce come l’organizzazione criminale operasse sia nelle forme “classiche“, come traffico di droga, armi, richieste di pizzo, intimidazioni e usura, sia in quelle più sofisticate dell’infiltrazione nei business con la creazione di “serbatoi di manodopera“, “affari“ sul trasporto salme in piena pandemia, e appunto inquinamento delle competizioni elettorali.