MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Ciclista uccisa: pista ciclabile sotto inchiesta. Sala: “Obbligo di cordoli protettivi? Non faremmo più nuove corsie”

Il sindaco: “Milano ha strade strette, nelle altre città europee i percorsi per le bici sono tracciati sull’asfalto. Granelli? Il rinvio a giudizio non c’è ancora. Ma i dirigenti della Mobilità hanno timore a firmare gli atti”

La bicicletta della ciclista Cristina Scozia, travolta e uccisa da una betoniera

La bici di Cristina Scozia, travolta da un betoniera il 20 aprile 2023

“Se dovesse passare l’idea che le piste ciclabili possono essere fatte solo se protette da cordoli, abbiamo finito di fare piste ciclabili a Milano”. È preoccupato, il sindaco Giuseppe Sala. Venerdì la Procura ha notificato l’avviso di chiusura della indagini, in vista di un eventuale rinvio a giudizio, all’assessore comunale Marco Granelli, relativamente alla morte della 39enne Cristina Scozia, travolta il 20 aprile 2023 da una betoniera mentre pedalava in una pista ciclabile senza cordoli in via Francesco Sforza.

Nel mirino dell’accusa ci sono presunte irregolarità nella realizzazione della pista riservata alle bici, dall’assenza di cordoli alla mancanza di adeguata segnaletica fino all’errato funzionamento dei semafori in quel tratto di strada. Il primo cittadino commenta questa indagine facendo capire che il suo esito potrebbe compromettere la realizzazione di nuove piste ciclabili a Milano. “Tutto ciò apre una riflessione sulle piste ciclabili – sottolinea Sala –. Milano è una città con le vie strette. In Europa la maggior parte delle piste ciclabili sono solamente disegnate sull’asfalto. Diverso è il discorso su come dev’essere fatta la segnaletica e come devono funzionare i semafori: è un discorso che si può affrontare. Rimango dell’idea che le piste ciclabili sono gradite a una parte significativa della popolazione e ci terrei a continuare a realizzarle”.

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Insomma, il sindaco crede che se dall’esito dell’inchiesta giudiziaria dovesse emergere che le piste ciclabili senza cordoli protettivi sono troppo pericolose per i ciclisti, il Piano del Comune per aumentare i chilometri di piste riservate alle due ruote potrebbe risultare definitivamente compromesso. Una conseguenza politica grave, visto che tra le promesse elettorali di Sala alle elezioni comunali del 2021 c’era proprio quella di aumentare i chilometri di piste ciclabili.

Chiusa la riflessione sul futuro della mobilità morbida in città, il sindaco si concentra sulla situazione del suo assessore, che al momento della realizzazione della corsia con delega alla Mobilità, finito nel mirino della Procura: “Vediamo cosa decideranno. Non è una premessa rituale, ma in politica conosco pochissime persone brave come Marco Granelli, che si impegna per senso del dovere. Quella delibera (per la pista ciclabile di via Sforza, ndr), tra l’altro, lui come assessore poteva evitare di firmarla, perché non era obbligato a farlo. Granelli l’ho incontrato ed è sereno. Non è facile, però. Ormai ho più di un dirigente che lascia l’amministrazione comunale perché è rischioso, anche per chi non fa politica. Lo stesso è accaduto per Stefano Riazzola (l’ex numero uno del settore Mobilità è il nuovo direttore generale della Motorizzazione nazionale, ndr), che si è appena trasferito a Roma. Credo che un po’ di timore ci sia”.

Il numero uno di Palazzo Marino, in ogni caso, non vuole utilizzare toni polemici nei confronti dei pm: “Non voglio commentare la decisione della Procura, perché vediamo cosa succederà al termine delle indagini. C’è un possibile, non certo, rinvio a giudizio”.