MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Milano, quelle piste ciclabili invase da auto e furgoni

Troppi violano le regole mettendo in pericolo la vita di chi va in bici In corso Buenos Aires almeno dieci violazioni in meno di mezz’ora

Auto in sosta sulla pista ciclabile in Corso Buenos Aires

Milano, 20 luglio 2020 - Due ciclisti pedalano in corso Buenos Aires, direzione Porta Venezia. Il loro sguardo si posa su una Mercedes parcheggiata sulla pista ciclabile che li costringe a deviare sulla corsia per le auto. "Non dovrebbe essere qui", le parole che sembrano accendersi nell’aria al loro passaggio, pronunciate nella mente mentre si guardano attorno, forse alla ricerca di un vigile o dell’automobilista in questione. Sperando possa spostare il veicolo il prima possibile per lasciare campo libero ai ciclisti che arriveranno. Macché. Devono cambiare strada anche una donna, sempre in bici, e un uomo che viaggia su un monopattino elettrico. Ma quest’auto non è l’unico mezzo motorizzato a invadere il percorso protetto riservato alla mobilità dolce, che da piazza San Babila arriverà a Sesto San Giovanni: ieri, in corso Buenos Aires e corso Venezia, di "trasgressori" ne abbiamo contati una decina in meno di mezz’ora.

Le soste sono brevi, di solito il tempo di un acquisto o di una commissione, ma il turn over è continuo. Gli automobilisti che sostano sulla pista mettono così degli ostacoli che impediscono alle dueruote e ai monopattini di percorrere una strada lineare senza dover andare a braccetto (come prima) con macchine, moto e furgoni. Ed esponendoli al pericolo. Dalla parte opposta, un ragazzino in bicicletta deve per forza aggirare una Clio con le quattro frecce, posteggiata davanti a un negozio.

A poche decine di metri, sull’altra sponda, un taxi (a motore spento) è sì nello stallo a lui riservato, ma solo in parte: messo di sbieco, manco a dirlo, occupa pure lui una porzione di ciclabile. Un altro ciclista si trova in difficoltà arrivando all’intersezione con piazza Oberdan, avendo davanti un furgone parcheggiato proprio in corrispondenza del semaforo. Impossibile per lui risolvere la situazione con una manovra a sinistra, visto che c’è un camion in marcia. Rischierebbe di restare schiacciato in mezzo, deve aspettare. Suv e furgoni in sosta vietata si vedono pure in corso Venezia, rendendo il tratto di ciclabile un percorso a ostacoli. I problemi però non riguardano solo i tratti di pista "finiti" invasi dai veicoli ma anche le porzioni che sbucano nel nulla. Un esempio? Il percorso di via San Dionigi, a ridosso del complesso di case popolari, verso Nosedo: il corridoio è interrotto da un blocco di cemento attorno al quale gettano rifiuti. Mentre in via Azzo Carbonera, vicino viale Corsica, la ciclabile finisce contro una staccionata. Dove si pedala? In strada.