di Nicola Palma
L’aggressione per rapina. La vittima tenuta sotto tiro per cinque lunghissimi minuti. Poi la fuga alla stazione di Abbiategrasso e i colpi in aria esplosi lungo la massicciata. Un raid choc, su una delle linee più a rischio del trasporto ferroviario regionale, la Milano-Mortara. Un raid che aveva riacceso le polemiche sulla sicurezza a bordo dei convogli che percorrono quotidianamente i binari della Lombardia, soprattutto di notte. Pochi giorni dopo, ecco il blitz della polizia: in manette due dei tre presunti responsabili dell’agguato a una guardia giurata in quel momento libera dal servizio, picchiata e derubata della sua Glock d’ordinanza.
Lo scorso weekend, gli uomini della Squadra mobile, coordinati dal dirigente Marco Calì, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un ventitreenne e un ventiseienne, entrambi di origine salvadoregna, su disposizione del pm della Procura di Pavia Andrea Zanoncelli, competente sul territorio in cui sono avvenuti i fatti; inoltre, gli investigatori sono riusciti a recuperare la 9x21 sparita nel nulla. Ora è caccia al terzo ragazzo, descritto dal rapinato come sudamericano. Ecco la ricostruzione della vicenda, anticipata dal Giorno mercoledì 18, alla luce di quanto finora accertato dalle indagini. È da poco passata la mezzanotte del 17 novembre, siamo a bordo dell’ultimo treno Porta Genova-Mortara. Un vigilante libero dal servizio viene accerchiato da tre giovani: con ogni probabilità, l’obiettivo dei balordi è quello di rapinare soldi e cellulare al quarantaquattrenne, che viene picchiato con calci e pugni. A un certo punto, uno dei tre si accorge che quell’uomo ha con sé una Glock 9x21 e riesce a impossessarsene. I minuti che separano il treno dalla prima stazione sul percorso sono di terrore per la guardia giurata, immobile con l’arma puntata alla testa. Ad Abbiategrasso, i malviventi scendono: non si dirigono verso l’uscita, consapevoli della presenza di telecamere, ma corrono lungo la massicciata, esplodendo tre-quattro colpi in aria (come a voler festeggiare il buon esito della loro scellerata scorribanda). Il vigilante si reca alla caserma dei carabinieri di Abbiategrasso per sporgere denuncia, ma poi il caso passa agli agenti di Polfer e Squadra mobile.
Dall’analisi dei filmati emerge che i tre sono saliti a Porta Genova. Inizia il lavoro degli uomini della Seconda sezione, guidati dal funzionario Vittorio La Torre, che si occupano abitualmente di criminalità straniera e che ben conoscono, tra le altre, la galassia della criminalità sudamericana, a cominciare dalle gang di latinos (a cui uno dei due fermati potrebbe essere legato). Scatta una perquisizione in un appartamento di Vigevano, nel Pavese, dove abita la madre di un sospettato: lui non c’è, frequenta poco quell’indirizzo, è sostanzialmente senza fissa dimora. Poi viene ritrovata la Glock, con un proiettile nel caricatore. Tra venerdì e sabato, l’ulteriore accelerazione, con l’aiuto dei colleghi della Questura di Monza: i due salvadoregni vengono rintracciati e bloccati tra Sesto San Giovanni e Desio; hanno precedenti per furto, rapina, rissa e resistenza.