Sesto San Giovanni (Milano) – È stata operata d’urgenza, resta in prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo di vita, la bimba di due anni e mezzo aggredita da un pitbull in un appartamento a Sesto San Giovanni, mentre giocava con la gemellina. E mentre per la piccola adesso inizierà un percorso di recupero rimediare alle profonde ferite al volto e alle gambe, il sindaco della città, Roberto Di Stefano prova ad attribuire qualche responsabilità, partendo da lontano.
La posizione del sindaco
“Nel 2007 il governo Prodi ha eliminato l'elenco delle razze di cani considerate pericolose e aggressive. Questo è stato un grande errore e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Chiediamo al governo attuale di ripristinare questa lista e di rendere obbligatori per tutti i proprietari di quei cani potenzialmente pericolosi, i corsi educativi con il rilascio del patentino. Oggi, infatti, questi corsi tenuti dall'Agenzia per la Tutela della Salute, sono obbligatori solo per quei cani che hanno aggredito qualcuno. Ma alla luce dei recenti episodi è evidente che serve più prevenzione".
Questa la prima versione delle dichiarazioni del sindaco, con nessuna parola di solidarietà, invece, per la piccola ferita e la sua famiglia. Parole di vicinanza che sono state espresse successivamente: “Prima di tutto siamo felici di sapere che la bimba azzannata dal pitbull in casa stia bene e che presto si riprenderà. È una notizia stupenda che ci riempie il cuore di gioia. Ma la vicenda impone una riflessione seria sulla gestione dei cani considerati pericolosi. E alla luce di quanto accaduto ritengo che si debba fare di più per prevenire episodi di questo tipo. Sono tre, a mio avviso, gli strumenti che potrebbero servire per evitare altre tragedie: la visita psicologica per il proprietario del cane ogni 3 anni, il ripristino della lista di razze pericolose e il patentino obbligatorio. Dopo la drammatica aggressione che si è consumata a Sesto San Giovanni non ci sono più dubbi: bisogna imporre nuove regole perché le attuali misure previste dalla legge sono insufficienti. Prima di tutto serve una perizia psicologica ogni tre anni ai padroni di cani potenzialmente aggressivi per evitare che razze come i molossidi finiscano nelle mani sbagliate. Poi è necessario ripristinare l'elenco delle razze più aggressive eliminato nel 2007 dal governo Prodi. E infine si devono rendere obbligatori per tutti i proprietari di quei cani considerati pericolosi, i corsi educativi con il rilascio del patentino".
L’esperta
C’è da dire che la crociata per maglie più strette per alcune razze di cani arriva anche da parte delle associazioni animaliste, come per esempio la Lega del Cane. Elisa Cezza, referente del rifugio della Lega del Cane a Segrate spiega: “L’aumento degli episodi è parallelo all’aumento di queste razze. Una diffusione vertiginosa, frutto di molti fattori fra cui il facile acquisto online, la mala informazione e una lunga stagione di poco coraggio del legislatore. Che speriamo volga al termine”.