BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Pochi medici, emergenza psichiatria

Trasferimenti e aspettative costringono il Santa Maria delle Stelle di Melzo a tagliare i posti letto da 15 a 12

di Barbara Calderola

Trasferimenti e aspettative, emergenza psichiatria al Santa Maria delle Stelle.

A Melzo i medici lasciano il reparto e l’ospedale taglia i posti letto da 15 a 12, ma bandisce il concorso per arrestare l’emorragia. Secondo i volontari di zona di Medicina Democratica, "se ne sarebbero andati in una decina", ma la selezione, che si "concluderà entro fine anno", promettono i vertici aziendali, punta a rimpiazzarli.

I numeri, secondo l’Asst Melegnano-Martesana, sarebbero inferiori, in via di definizione proprio in queste ore. "Le assenze per malattia – spiegano – non possono essere considerate dimissioni. I conti sono un po’ più complicati".

In attesa del bilancio definitivo, si ripiega sulla riduzione di capienza in corsia, in un ambito delicatissimo che ha un’incidenza particolare sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie.

"Il tasso di occupazione è massimo", ammette la direzione, cioè i 15 posti (ora con tre unità in meno) sono sempre pieni.

Risultato: i ricoveri sono 5.500 l’anno. Il timore dei malati è che la scure si abbatta anche su di loro, lasciando in dotazione solamente i 15 posti a Melegnano.

"Paure comprensibili ma infondate – chiarisce la direzione – e il concorso lo dimostra. La selezione si sta svolgendo proprio in queste settimane, la risposta è ottima, hanno partecipato in tanti e, con la penuria di specialisti che c’è, non era scontato. Assumeremo tutti i candidati idonei. Nessuno sarà costretto a emigrare per curarsi".

Le famiglie temevano già le trasferte che si sono rese necessarie in altri ambiti con la razionalizzazione dei servizi sul territorio partita anni fa.

"Un controsenso mentre si parla continuamente di ricostruire la sanità sul territorio", sottolinea Medicina Democratica, che ha chiesto anche la convocazione dell’assemblea dei sindaci sul tema, raccogliendo un appello dei sindacati, preoccupati dalla situazione.

La diaspora si è consumata in un momento in cui la domanda di assistenza psichiatrica è in aumento anche fra i ragazzi.

Il lockdown, infatti, ha seminato tanta sofferenza e tentativi di suicidio; autolesionismo, ansie e angosce ora interessano anche i giovanissimi.

"Per questo non possiamo perdere il reparto", ripetono i volontari, decisi a difendere il presidio. Ma l’Azienda socio-saitaria replica: "Il rischio di chiusura non c’è".