Milano, 22 marzo 2019 - Sette in punto: i futuri ingegneri si allenano al campo sportivo Giuriati. Nasce il marchio “CrossFit Politecnico di Milano”, coinvolge i primi cento ragazzi del NecstLab - il laboratorio ad alto contenuto tecnologico del dipartimento di elettronica, informatica e bioingegneria - e dall’anno prossimo si aprirà a tutti gli studenti dell’ateneo col sostegno di PoliSport: «È il primo box di CrossFit all’interno di un’università al di fuori degli Stati Uniti e si fonde con la didattica», spiega il professore Marco Santambrogio, direttore del NecstLab. Ciascun partecipante si allena due volte alla settimana, all’alba o al tramonto.
La proposta è stata estesa al personale tecnico e amministrativo: si sono messi in pista già in 25. Si abbatte il mito dell’ingegnere nerd, si interviene quando il rischio di diventarlo è dietro l’angolo. L’allenamento rientra in un piano a quattro mosse: «Si entra nel NecstCamp, si incontra il tutor e si discutono obiettivi didattici – spiega Santambrogio –. Col CrossFit ricreiamo parallelismi: lavori, ti impegni, ma con un obiettivo e metodo. Vale nello studio e nella vita. Col Balance Training e Melissa Andreella ci si ascolta e si trova l’equilibrio».
C’è il nutrizionista, c’è l’esperto del sonno, si lavora sul singolo. Nella squadra è entrato anche Jacopo Vitale, ricercatore della Statale che lavora al Galeazzi. Step successivo: «Dopo essersi guardati allo specchio, riconoscendo i limiti, si fa CrossFit con i compagni - continua il prof - si riconosce la diversità come condizione naturale». Ad allenarli c’è coach Andrea Alberti, ex studente di Telecomunicazioni, che lavora per una multinazionale ed è trainer di CrossFit. «Tornare qui 15 anni dopo e poter dare un contributo per la crescita di questi ragazzi è emozionante - sorride -. I primi 21 si sono presentati per l’allenamento con grande anticipo, sfondando il tabù degli ingegneri poco inclini all’attività fisica». Ha composto una playlist ad hoc, li guida negli esercizi volti a potenziare dieci abilità. «Diamo piccole strategie per essere resilienti». Al terzo livello si inserisce la musica: Mattia Amico fa creare ai politecnici un’armonia. Le differenze diventano ricchezza.
Quarto step: «Nel gruppo non ci si deve nascondere. Andremo a introdurre arte circense e magia: si torna a lavorare sul singolo», sorride il professore, continuando ad allenarsi insieme ai colleghi Sara Notargiacomo e Luca Cerina. Intanto si brinda al marchio ufficiale, conquistato senza scappatoie. «CrossFit è un’azienda di fitness che prevede una formula di affiliazione - spiega Matteo Pozzati, country manager per l’Italia di CrossFit head quarter –, l’applicazione deve essere prodotta da un trainer con il diploma di CrossFit. Il progetto viene analizzato dal dipartimento americano. L’affiliazione ai privati costa tremila dollari all’anno, ma CrossFit dà la possibilità di aprire un centro ufficiale in maniera gratuita alle università, ai centri militari e agli ospedali». L’obiettivo è dare una marcia in più: «È una metodologia di allenamento a 360 gradi, prepara anche a vivere con più indipendenza, a non sentirsi fuori luogo quando si è lontani dalla zona di comfort». Sfide a sorpresa: ci si allena alla vita.