MARCO GALVANI
Cronaca

Milano, poliziotti in carcere: si paga anche il letto

La decisione del Ministero per gli agenti che dormono in istituto. Fino a 100 euro al mese di affitto E ora arrivano pure gli arretrati

Uno scorcio del carcere di Opera

Milano, 3 febbraio 2019 - Contrordine: il posto letto in caserma si paga. E pure con gli arretrati. L’ultima stangata sulla polizia penitenziaria arriva con una circolare ministeriale che, a detta del Dipartimento dell’amministrazione carceraria, fornisce «l’esatta interpretazione» della legge che, nell’ottobre del 2017, dava agli agenti la «facoltà di pernottare in caserma a titolo gratuito, compatibilmente con la disponibilità di locali». Correggendo una precedente disposizione che prevedeva il pagamento di un «affitto» mensile. E adesso, «a distanza di un anno si cancella per via amministrativa una norma con la spiegazione che ci sarebbe la copertura economica soltanto per 800 alloggi». E invece i posti letto in caserma sono 4.400 in tutta Italia. La maggior parte concentrata al Nord. Soltanto in Lombardia, dei quasi 4mila agenti in servizio (anche se le carte del ministero ne prevederebbero 5.219), poco meno della metà vive nelle caserme in carcere o in pochi chilometri dall’istituto. Il Dipartimento ha presentato il conto: mediamente, soltanto per l’anno di arretrati, la cifra è di circa 650euro a testa, con un contributo mensile che varia tra i 50 e i 100 euro a seconda della metratura.

«Siamo al paradosso – denuncia Gennarino De Fazio della segreteria nazionale Uil penitenziari –, a maggior ragione di fronte a una emergenza conclamata sulle condizioni delle caserme e gli organici della polizia penitenziaria. Il personale accasermato, poi, è obbligato a intervenire in qualsiasi momento, giorno e notte, in caso di emergenze. E nonostante questo, si chiede loro pure di pagare il posto letto. Cosa che, invece, non avviene negli altri corpi dello Stato». Sia chiaro, «non stiamo parlando di cifre esorbitanti, ne siamo consapevoli, ma c’è anche una questione di principio e di rispetto. Senza contare che gli alloggi nella maggior parte dei casi sono in condizioni strutturali, igieniche e sanitarie pessime». Resi vivibili soltanto con interventi pagati di tasca loro dagli agenti. A Monza, ad esempio, nella caserma Pastrengo - alle porte del centro – vivono una sessantina di agenti: in una delle tre palazzine abitano 15 poliziotti con le rispettive famiglie, un’altra è completamente disabitata perché non c’è caldaia, il terzo edificio, invece, ha problemi alla rete idrica e fognaria, e il terzo piano è stato dichiarato inagibile da anni. E nelle giornate di pioggia, l’acqua arriva fino al piano terra». Rincara la dose Domenico Benemia, segretario regionale Uil penitenziaria, «il Dipartimento non può cambiare le carte in tavola: faremo ricorso al Tar».