Rodano (Milano), 14 ottobre 2024 – C’è anche Sogemi fra i possibili acquirenti dell’ex Sisas di Rodano e Pioltello. Il futuro dell’ex maxi-polo chimico “potrebbe essere il confezionamento di frutta e verdura”. La società che gestisce per conto di Palazzo Marino tutti i mercati all’ingrosso dell’agroalimentare di Milano è fra la mezza dozzina di aziende che si sono fatte avanti per dare un futuro alla vecchia fabbrica chiusa più di 30 anni fa e al centro nel 2011 di un’enorme bonifica. Dalla sua pancia furono rimosse 280mila tonnellate di veleni, gli stessi che una città di un milione di abitanti produce in otto mesi.
Cominciava così l’accidentato cammino di recupero della bomba ecologica da trenta ettari che ha rischiato di costare alla Lombardia una multa di 400 milioni, minacciata dall’Europa per i ritardi nel risanamento. Nel 2023, chiusa la partita, il Pirellone ha lanciato una manifestazione di interesse, l’area è sua e ora vuole vendere, e ha provato a tastare il polso al mercato. “Tre sono le possibilità in campo – racconta Rodolfo Corazzo, sindaco di Rodano che ospita il 76% del sito –: data center, che sarebbe l’ideale per ridurre l’impatto dei mezzi pesanti, logistica e ortofrutta. È chiaro che in questo caso e nello stoccaggio merci dovremmo discutere con Regione e Città Metropolitana dell’impatto di queste soluzioni sulla nostra viabilità. Mentre i computer che conservano dati richiederebbero poco personale e poco traffico”.
L'hub tramontato
Questa opzione “permetterebbe anche di realizzare quei progetti verdi previsti dal Pirellone nell’area”. È uno dei paletti in campo. “Il calore prodotto dai pc potrebbe servire a scaldare gli edifici pubblici”. Sembra allontanarsi il sogno accarezzato da Pioltello, che pensava invece all’arrivo di un hub futuristico, magari per la produzione di idrogeno verde. Un’opzione che dovrebbe comunque trovare tutti d’accordo. “Una cosa è certa: noi e Pioltello dobbiamo partecipare alle scelte – sottolinea il primi cittadino – invece finora ci siamo seduti solo a tavoli tecnici. Del futuro delle nostre comunità siamo noi a decidere”. Prima che qualcuno concretizzi una proposta però “ci sono da chiarire i costi del recupero degli ultimi focolai: il ministero dell’Ambiente ha disposto nuovi controlli e sono emerse piccole tracce residue, poca roba: la sistemazione sarà a carico del compratore”.