Milano - Mai più ponti che crollano all’improvviso, come successo tante, troppe volte in Italia. Dal cavalcavia di Annone Brianza sulla Superstrada caduto il 28 ottobre 2016, a quello di via XXV aprile a Novara collassato solo un paio di settimane fa, passando per il viadotto Polvelvara del’A10 a Genova franato la vigilia di ferragosto 2018, sono infatti almeno una decina i ponti crollati solo negli ultimi due lustri in tutto il Paese. Per scongiurare altre tragedie simili, i tecnici di Anas hanno elaborato un maxi progetto da 275 milioni di euro per monitorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, mille ponti e i viadotti in tutte le Regioni, attraverso una rete di sensori e cablaggi lunga decine di chilometri, mentre attualmente i controlli sono trimestrali.
Cinquantatre infrastrutture da tenere sotto controllo sono in Lombardia, tra la Statale 36 del lago di Como e dello Spluga, la variante di Morbegno della Statale 38 dello Stelvio, la SS 336 dell’aeroporto di Malpensa e la diramazione della Statale 336. La maggior parte di sopraelevate fanno parte della 36, la strada più trafficata e pericolosa di tutto in Nord Italia, che, con i suoi oltre 100 chilometri di nastro d’asfalto, collega l’hinterland di Milano alle porte della Valtellina, destinata a diventare l’autostrada delle Olimpiadi invernali di Milano – Cortina 2026. Sono 40 i cavalcavia individuati, molti tra Lecco e Colico, dove si susseguono uno via l’altro per superare torrenti e valli e collegare le gallerie. Tre invece si trovano lungo variante di Morbegno.
Altri 8 sono dislocati sulla variante della Statale dell’aeroporto di Malpensa e gli ultimi due sulla 336 di Malpensa. "L’obiettivo è sorvegliare la rete stradale di nostra competenza per valutarne le condizioni presenti e future delle parti che la compongono, in modo da definire le attività di manutenzione, gli interventi necessari, i costi e le tempistische", spiegano da Anas. Si tratta di una piattaforma sperimentale attraverso il programma Shm, acronimo di Structural healt monitoring per il monitoraggio e la diagnosi continua dello stato di salute e la stima del rischio di degrado delle infrastrutture. È una sorta di check up continuo per analizzare in realt time il “comportamento“ dei ponti, come deformazioni e inclinazioni. I dati aggiornati raccolti consentiranno non solo di garantire sicurezza immediata, fornendo ad esempio elementi e segnali di allerta in caso di pericoli di cedimenti imminenti, ma anche di mettere a punto e il piano migliore per gli interevnti di manutenzione programmata.