
Porta Genova, ecco il restyling con panchine rastrelliere e vasi
Milano, 17 marzo 2019 - Sì al piazzale pedonale ma con alcuni accorgimenti. Il piazzale è quello di porta Genova, gli accorgimenti sono quelli scritti nero su bianco dal Municipio 6 tenendo conto delle esigenze di abitanti, frequentatori della zona e visitatori occasionali. Riflettori ancora puntati su questo luogo, che sarà il prossimo della città a trasformarsi in un teatro di «urbanistica tattica«: spazio ai pedoni, sulla strada arriveranno colori, panchine, vasi e rastrelliere così da trasformare l’area in un luogo fruibile, di ritrovo, con un’identità.
L’obiettivo è inaugurarla durante la Design Week. Il Municipio 6 ha espresso parere favorevole nei giorni scorsi (con 20 sì, 2 no e 4 astenuti), elencando nello stesso tempo suggerimenti e richieste: in primis, chiede di inserire già all’uscita della scala mobile della fermata del metrò Porta Genova, e magari sul mezzanino e in piazza, dei cartelli con le indicazioni dei punti di interesse per aiutare le persone a orientarsi. Secondo: rendere più visibile il divieto di accesso veicolare nei varchi tranviari. Ancora, collocare dei dissuasori antisosta sulla banchina della nuova fermata Atm e prevederli anche per quella futura. Il Municipio chiede poi di prevedere stalli di sosta per i disabili. Altro auspicio è aumentare il verde lungo tutta l’area pedonale. Senza dimenticare l’estetica: perché non dipingere anche i panettoni di cemento sul bordo? Infine, il desiderio è la riqualificazione delle vie Pesto e San Cristoforo, così da offrire un’alternativa ai pullman turistici che non potranno più sostare sul piazzale.
E ne arrivano tanti, ad accompagnare i turisti nella zona Solari-Tortona in occasione di grandi eventi. «Un piccolo ma significativo intervento di restyling, un riordino razionale degli spazi e delle necessità», commenta il presidente del Municipio 6 Santo Minniti. «Un pizzico di colore - aggiunge l’assessore al Verde Sergio Meazzi - che rende allegra e moderna la piazza mantenendo la sua vocazione ottocentesca».