
Il distretto è un incrocio di vie che si riempiono di colori e progetti, a cominciare dall’idea di Toiletpaper. Poco distante una tappa alla maxi installazione dell’artista brasiliana Juliana Lima Vasconcellos.
Porta Venezia District con il pattern di Toiletpaper che invita alla riflessione sulla velocità della vita milanese, rappresentata bene da serpenti che si attorcigliano. Poi la maxi installazione per i 130 anni di Lavazza che, attraverso una esperienza sensoriale, ti consente un tuffo virtuale dentro una enorme tazza di caffè con odori, sapori e colori.
Crocevia tra arte visiva, comunicazione contemporanea e cultura del progetto. Il pattern “serpenti” firmato Toiletpaper propone un linguaggio visivo destabilizzante e pop, che fonde ironia e provocazione in un ambiente che diventa esso stesso manifesto.
Spostandosi poco più in là rispetto ai bastioni di Porta Venezia, una sosta è d’obbligo in via Senato per immergersi vitualmente nel caffè, perché da quel profumo si viene avvolti e travolti. É il progetto Lavazza che, al Porta Venezia district, presenta l’installazione site-specific "Source of Pleasure" dell’architetta e designer brasiliana Juliana Lima Vasconcellos. Un vero e proprio percorso multisensoriale che esplora l’universo del caffè stimolando tutti i sensi. L’installazione si trova al centro della sede dell’Archivio di Stato.
L’installazione di Vasconcellos si presenta come una struttura monumentale, dall’atmosfera raccolta che, con un diametro di 18 metri, sin dal primo sguardo richiama i toni del caffè.
Sempre in Porta Venezia, Fondazione Luigi Rovati presenta Lakapoliesis di Matteo Cibic. Il Padiglione d’arte e il giardino ospitano un nuovo corpo di lavori dell’artista che esplora il rapporto tradizionalmente stabilito tra animali e piante, capovolgendone la visione antropocentrica. Nel giardino due sculture di grande formato in alluminio riciclato raccontano l’immortalità di questo materiale e la sua capacità di rinascere sotto molteplici spoglie. Accanto alle nuove opere, la mostra al Padiglione d’arte include un estratto di Dermapoliesis (2017), un precedente progetto in cui Matteo Cibic ha immaginato un futuro in cui le piante possono generare profumi e prodotti già processati, attraverso una serie di prototipi botanici dal carattere ibrido e futuristico che raccontano ipotetici nuovi sistemi produttivi.
An.Gi.