LAURA LANA
Cronaca

Felice Lacerra, l’infiltrato partigiano torturato e ucciso a 17 anni: a Sesto posate le pietre d’inciampo

Da Lacerra, il martire più giovane, a Levrino: 67 le vittime della strage del ’44. Fondazione Fossoli e Aned: "Con questa iniziativa li riportiamo a casa"

Posate le pietre d’inciampo. Felice, l’infiltrato partigiano torturato e ucciso a 17 anni

La posa delle pietre d’inciampo a ricordo dei martiri di Fossoli in occasione dell’80esimo anniversario della strage

Sesto San Giovanni (Milano) – "Qui abitava Felice Lacerra, nato nel 1927, arrestato il 12 febbrario 1944, internato a Fossoli, assassinato il 12 luglio 1944". Non ancora 17enne, fu la più giovane vittima della strage nazista. Ieri mattina, in via Rovani 297, è stata posata una pietra d’inciampo a sua memoria. Assunto a 14 anni alla Breda come apprendista, faceva parte del distaccamento 5 Giornate della III Brigata Gap di Milano. Quando il gruppo sestese decise di compiere un attentato alla Casa del Fascio, Felice venne scelto per fare l’infiltrato: si iscrisse al Partito Fascista, frequentò la sua sede e venne a sapere di un’importante riunione prevista per il 10 febbraio 1944, a cui avrebbe partecipato.

L’attentato riuscì in parte, Lacerra avrebbe dovuto sparire, ma il giorno dopo tornò al lavoro, forse pensando che la sua copertura reggesse. Fu invece arrestato nell’ex-macello di Monza, dove fu torturato e poi inviato a San Vittore. Due mesi nel campo di raccolta, prima di essere fucilato. Quando il suo corpo fu riesumato, col volto irriconoscibile a causa della calce viva, aveva ancora nei pantaloni un blocchetto della mensa della Breda, con il foglio datato 11 febbraio, il giorno dell’arresto in cui lui non aveva potuto mangiare. Fondazione Fossoli e Aned hanno voluto ricordare i 67 martiri di Fossoli posando, in occasione dell’80esimo anniversario della strage, una pietra d’inciampo nel luogo dell’ultima residenza da uomo libero.

"L’iniziativa di restituire dignità e ricordare le vittime del fascismo e del nazismo con una piccola pietra che riporta i dati essenziali della sua biografia è dovuta all’artista tedesco Gunter Demnig, che dal 1996 ne ha posate in tutta Europa oltre 100mila: il più grande museo diffuso esistente - hanno ricordato Eleonora Plos e Alessandro Padovani dell’Aned -. Con questa iniziativa coinvolgiamo i familiari e le amministrazioni e riportiamo a casa i martiri". In via Luini 203 è stato ricordato Michele Levrino. Socialista, aveva aderito al Pc clandestino. Assunto dal 1919 come manovale alla Breda, partecipò agli scioperi di fabbrica del 1943 e al grande sciopero del marzo 1944, che fermò tutto il Nord Italia sotto l’occupazione nazista. I suoi precedenti politici lo indicarono subito tra coloro che andavano puniti per aver fermato la produzione del Reich: arrestato il 5 marzo 1944 a casa non tornò più.