
Parte del post del sindaco Segala su Facebook
San Giuliano Milanese (Milano) – Il post della discordia. “Ancora una volta, non possiamo non sottolineare che si tratta di cittadini extracomunitari”. Questa la frase con la quale il sindaco forzista di San Giuliano, Marco Segala, ha commentato l’arresto di tre nordafricani (altri due sono ricercati) per tentato omicidio, porto abusivo di armi e traffico di droga. I reati contestati sono stati commessi sul territorio di San Giuliano e sfociati anche in un accoltellamento; la cattura dei malviventi è avvenuta dopo mesi d’indagini da parte dell’Arma. Il commento, comparso nei giorni scorsi sul profilo Facebook del primo cittadino all’interno di un post dove si elogiava il lavoro delle forze dell’ordine che hanno assicurato i colpevoli alla giustizia, non ha mancato di suscitare reazioni e polemiche. Mentre alcuni cittadini si sono schierati dalla parte del sindaco, evidenziando che spesso gli episodi di criminalità sono ascrivibili agli stranieri, in altri casi quelle parole sono state giudicate eccessive e fuori luogo.
“Quella frase non aggiunge nulla ai doverosi encomi alle forze dell’ordine – scrive l’ex sindaco di San Donato Andrea Checchi -. Forse che il malvivente extracomunitario è più colpevole di quello italiano?”. Tarik Banour, marocchino trapiantato a San Giuliano, dov’è impegnato in varie realtà di volontariato, afferma: “È una generalizzazione senza senso, si poteva evitare. Un sindaco dovrebbe trasmettere un’idea di unione, non di divisione”.
Paolo Rausa, presidente di Orizzonte, associazione culturale che da 12 anni gestisce a San Giuliano una scuola d’italiano per stranieri, invita ad andare oltre le parole e lavorare per una vera integrazione. “In Italia ci sono più di 500mila stranieri senza permesso: il dramma nasce da lì – sostiene -. Una massa enorme d’invisibili che non hanno diritto a nulla di regolare, né ad un lavoro, né ad una casa, né ad una famiglia, né alla salute, né ai diritti civili e conseguentemente ai doveri che comporta l’essere cittadini. È un problema enorme, di cui devono farsi carico i parlamentari di tutti i partiti. Chi delinque non ha giustificazioni, ma le istituzioni devono adoperarsi per rimuovere le ragioni che spingono in quella direzione”. “Anche a livello locale – prosegue - si può fare qualcosa. Nel piccolo, la nostra associazione promuove la conoscenza della lingua italiana come primo strumento d’integrazione. Anche i Comuni facciano la loro parte. A San Giuliano chiediamo da tempo la presenza di mediatori linguistico-culturali per favorire i rapporti con le comunità del Medio Oriente e dell’America Latina”.