ANDREA GIANNI
Cronaca

Caso Trivulzio, familiari delle vittime contro Pregliasco: "Non è sopra le parti"

Incontro di tre ore fra il virologo supervisore scientifico del Pat e i parenti che pongono 31 domande

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Milano, 10 maggio 2020 - Perché si è aspettato solo il 16 di aprile per effettuare i primi tamponi? Perché si sono fatti entrare nuovi pazienti sani per fisioterapia quando era già iniziato il contagio e perché non si sono dimessi quelli già presenti nella struttura? Perché alcuni operatori sanitari non usano ancora le mascherine nei reparti?

Un fuoco di fila di domande, in tutto 31, rivolte al virologo Fabrizio Pregliasco, supervisore scientifico del Pio Albergo Trivulzio di Milano, da parte di parenti di anziani vittime del coronavirus. A ogni domanda corrispondono storie tragiche, raccontate ieri al medico durante l’incontro in videoconferenza durato più di tre ore con i familiari riuniti nel Comitato Verità e Giustizia per le Vittime del Trivulzio. E ora l’associazione attende risposte, in parte già fornite nel corso dell’incontro. "Per la prima volta i parenti hanno potuto sottoporre a Fabrizio Pregliasco le loro numerose domande riguardanti la struttura del Pat, il controllo del contagio, la gestione del rischio e l’accesso alle informazioni per favorire la massima trasparenza", spiega Alessandro Azzoni, portavoce del Comitato che "apprezza la disponibilità anche se le aspettative erano diverse". "Appena nominato – sottolinea Azzoni – Fabrizio Pregliasco si è proposto come interlocutore estraneo a quanto accaduto in precedenza e teso a dare garanzie sulle condizioni di sicurezza all’interno del Pat. In quest’ottica, il Comitato gli ha chiesto subito un incontro, ritenendo di poter avere finalmente risposta a tutti i quesiti che i familiari attendono da troppo tempo. In occasione della conferenza stampa del Pat, avvenuta lo scorso 6 maggio, Pregliasco ha pronunciato parole difensive e contrarie alle evidenze che già si stanno acquisendo". Il comitato afferma quindi che Pregliasco non è un consulente imparziale, perché nella determina 31/2020 dell’8 aprile "il direttore generale Calicchio, richiamando l’incarico professionale già conferito all’avvocato difensore del Trivulzio, e attestando la necessità di affiancare al legale un consulente in possesso di idonee competenze in occasione delle verifiche ispettive del ministero, conferisce l’incarico a Pregliasco come consulente tecnico di parte, in ausilio alla difesa legale della società e del direttore generale".

Le 31 domande rivolte al virologo vertono su temi come i dati su ricoveri, tamponi, contagi e decessi. Sul controllo del contagio, secondo il comitato, "le scelte all’interno della struttura sul trasferimento dei pazienti e degli operatori sono avvenute in manifesta contraddizione rispetto al principio di distanziamento sociale e di prudente segregazione dei reparti". Si è verificata una "complessiva assenza di controllo" e "le comunicazioni arrivate a noi sono state frammentarie, incomplete e a volte contraddittorie tanto da indicare una situazione fuori controllo".