FRANCESCA GRILLO
Cronaca

Presidio per Hassan Khalid: "Incontro in prefettura su sicurezza e subappalti"

I sindacati: vicini alla famiglia del 23enne stritolato dal compattatore a Cusago "Spesso i lavoratori subiscono le conseguenze della competizione al ribasso".

Presidio per Hassan Khalid: "Incontro in prefettura su sicurezza e subappalti"

Quattro ore davanti alla fabbrica Convertini, dove venerdì scorso ha perso la vita il giovane Hassan Mohamed Hamed Khalid, operaio di 23 anni, origini egiziane, rimasto stritolato da una macchina sminuzzatrice su cui stava lavorando. I sindacati hanno indetto per ieri mattina un presidio di solidarietà, partecipando con le sigle Cgil Milano, Fit Cisl, Uil Trasporti, Fiom-Cgil Milano, Fiadel, Uilm e Fim-Cisl Milano Metropoli. Assenti al presidio i lavoratori della fabbrica Convertini, specializzata nel trattamento e separazione dei rifiuti. Anche il Comune ha voluto presenziare "per manifestare solidarietà ai lavoratori", hanno spiegato dall’Amministrazione.

"Teniamo a esprimere la nostra vicinanza alla famiglia di Hassan Mohamed – dichiara Emanuela Morosi di Fiom-Cgil Milano –. Chiederemo un incontro in prefettura per comprendere meglio e affrontare le criticità di una filiera che troppo spesso scarica sui lavoratori e sulle lavoratrici la competizione al ribasso che caratterizza il settore degli affidamenti, degli appalti e dei subappalti (il giovane lavorava per una cooperativa, ndr). Questa logica – prosegue Morosi – comprime i diritti e i salari ed espone chi lavora a contesti pericolosi per la propria vita, troppo spesso inconsapevolmente. Chi sta a monte della filiera ha responsabilità rispetto alle condizioni dei lavoratori: chiediamo un impegno concreto della classe politica a ogni livello".

L’esponente di Fiom-Cgil conclude: "Abbiamo piena fiducia negli organismi inquirenti e nella magistratura e confidiamo che per la morte sul lavoro di Hamed Mohamed vengano accertate tutte le responsabilità e che venga fatta giustizia".

Le indagini sul decesso sono ancora in corso e si attendono i risultati dell’autopsia disposta dal magistrato. Non sarà facile: a causa della terribile dinamica dell’incidente, con il 23enne risucchiato dalla sminuzzatrice e stritolato, poco è rimasto del corpo del ragazzo su cui il medico legale dovrà effettuare gli approfondimenti. In parallelo, proseguono gli accertamenti dei carabinieri per individuare eventuali responsabilità.

Dalle testimonianze dei colleghi, che hanno assistito impotenti alla morte del ragazzo, cercando invano di fermare il macchinario, pare che il giovane abbia cercato di tagliare un nastro rimasto attaccato a un materiale e, nella manovra, il nastro trasportatore lo abbia trascinato dentro la sminuzzatrice, senza alcuna possibilità di sopravvivenza.