Il Comune anticipa lo “ius culturae“ dando la cittadinanza onoraria a tutti i giovani stranieri residenti sul territorio. Un evento emozionante che ha avuto come teatro la sala consiliare nella Giornata della memoria e dell’accoglienza del 3 ottobre. Il momento clou è stato appunto la consegna della cittadinanza onoraria italiana ai bambini figli di stranieri ma nati in Italia, o entrati in Italia entro il dodicesimo anno di età, residenti a Pieve Emanuele, in base al principio dello “ius culturae“. I nuovi cittadini onorari sono 36, tutti entusiasti di essere cittadini pievese. Hanno intonato l’Inno nazionale suonato al pianoforte dal direttore della scuola civica di musica, il Maestro Loris Peverada.
L’assessora alle politiche sociali Margherita Mazzuoccolo, che ha introdotto l’evento, ha spiegato: "Noi abbiamo ben chiara una cosa: chi è in difficoltà si aiuta, chi sta rischiando la vita si salva. Purtroppo la legge sullo ius culturae, per cui abbiamo raccolto migliaia di firme nel 2019, è ferma in parlamento. Per questo il nostro riconoscimento oggi è solo simbolico, è una cittadinanza onoraria appunto, senza valore giuridico". E rivolgendosi ai ragazzini ha aggiunto "per noi, siete cittadini di Pieve". "Il nostro è un Comune che accoglie e l’abbiamo dimostrato sempre, anche negli anni passati, ma non dobbiamo dimenticare chi siamo: noi siamo un popolo a nostra volta di migranti, dal sud e non solo. La nostra deve essere una comunità inclusiva, perché l’inclusione arricchisce – ha detto il sindaco Pierluigi Costanzo –. E questa cittadinanza vuole essere un segnale forte di concreta volontà di cambiare le cose". Durante la manifestazione si è parlato di soccorso in mare con l’avvocato Alberto Guariso di Resq People. Poi Croce rossa, nella persona del responsabile Cas di Pieve Emanuele Claudio Vitale, ha raccontato come gestisce gli oltre cento ospiti stranieri al residence Ripamonti, per la metà minori che si stanno inserendo nelle scuole. "II bambini – ha spiegato l’assessora Erminia Paoletti – in realtà a scuola accolgono spontaneamente, perché non vedono differenze".