di Grazia Lissi
Della sua splendida interpretazione di Donna Fiorilla in molti ne hanno solo sentito parlare. Rosa Feola ha entusiasmato la critica e si è fatta amare dal pubblico del Teatro alla Scala e non solo. Il 22 febbraio l’artista di fama internazionale ha attraversato il palcoscenico del Piermarini cantando la protagonista de “Il Turco in Italia” di Rossini. Ricorda quella serata come "un debutto importante, un lavoro profondo e di ricerca durante le prove, tanti applausi e tanta gioia fra gli interpreti, i musicisti e anche un po’ di paura per il pericolo incombente. Il giorno precedente era arrivata la notizia di un probabile lockdown. Così è stato, non siamo più andati in scena". Rosa Feola domani canterà un’aria del Don Pasquale di Donizetti e il finale di Rossini “Tutto cangia“.
Come ha trascorso i mesi successivi?
"Con tristezza. La determinazione di tutti gli operatori della musica, della cultura, è la dimostrazione che senza musica, balletto opera, arte non si può vivere. In questi giorni alla Scala ho condiviso l’entusiasmo di ogni persona che vi lavora; per questo siamo in scena, la cultura è necessaria".
Alla Scala ha interpretato Ninetta ne “La gazza ladra” di Rossini e Norina in “Don Pasquale” di Donizetti.
"Sono state due produzioni splendide e diverse, due figure femminili con personalità e storie differenti; in entrambe le opere, la direzione del Maestro Chailly è stata magnifica. Esperienze potenti che hanno arricchito la mia professionalità, con Ninetta ho debuttato nel ruolo e alla Scala; il Teatro ha avuto fiducia in me, sarò loro sempre grata".
Cos’ha ricevuto dai due personaggi.
"Durante “Don Pasquale” con il regista Livermore, ho imparato a scavare nella femminilità nascosta, ad accompagnare al canto l’espressività; mi sono ispirata a grandi attrici, come Monica Vitti. Ho aggiunto sensibilità, fantasia ed è nata la mia Ninetta. Con “La gazza”, Salvatores ci ha suggerito un approccio nuovo alla lirica, da uomo di cinema. Norina è briosa, capricciosa, Ninetta pudica, malinconica, la scena drammatica finale rivela la sua autentica personalità".
A cinque anni ha iniziato a studiare pianoforte.
"In casa nostra si è sempre suonato, dopo aver visto un cugino al pianoforte ho deciso di imitarlo, poi ho preferito cantare. Mio fratello Carlo è basso-baritono, Gianluca violinista; parlare di musica in famiglia, anche con mamma e papà è stato fondamentale, ci confrontiamo, ci diamo consigli. La musica unisce".
E’ sposata con Sergio Vitale, baritono.
"Ci siamo incontrati 15 anni fa, durante “La Traviata” al Conservatorio di Benevento; galeotto fu Verdi, siamo diventati amici, poi innamorati e sposi".
Le è rimasto un sogno?
"Vivere ogni giorno la musica, il canto. interpretare i grandi ruoli del Belcanto. Questa pandemia mi ha fatto riflettere e anche soffrire, oggi il mio sogno è che il virus sia sconfitto".