MARIO CONSANI
Cronaca

Giostra di giudici, fermo il processo sui maltrattamenti all'asilo

Cinque toghe diverse in attesa della sesta

I maltrattamenti in un frame delle telecamere

Milano, 8 luglio 2019 - Doveva essere un processo normale, per quanto delicato. È diventato una corsa a ostacoli con ripetute false partenze. Cinque giudici sostituiti uno dopo l’altro in rapida (si fa per dire) successione e ora tocca al sesto. A più di tre anni dai fatti, il dibattimento è appena iniziato.

Eppure la vicenda è tutt’altro che banale, una bruttissima storia di maltrattamenti in un asilo comunale con imputate due maestre e una dirigente scolastica, Palazzo Marino parte civile ma citato dalle famiglie anche come responsabile civile per i danni subiti dai bambini. A settembre di due anni fa il giudizio ordinato dal gip Sofia Fioretta per le due maestre che, stando all’accusa sostenuta dal pm Gianfranco Gallo, tra l’ottobre 2015 e l’aprile 2016 avrebbero maltrattato con schiaffi, calci, strattoni e spinte alcuni bambini della scuola materna di via Catone, zona Maciachini, con la dirigente della struttura accusata di favoreggiamento, omessa denuncia e abuso dei mezzi di correzione. Secondo la Procura, le educatrici avrebbero strattonato in più occasioni un bimbo, un altro l’avrebbero trascinato sul pavimento, sempre urlando alle loro orecchie e distribuendo schiaffi. Una delle due, una volta avrebbe anche fatto sbattere una piccola con la testa contro il muro procurandole un ematoma. La dirigente, oltre a non aver impedito quanto successo, avrebbe anche invitato altre dipendenti della scuola a tacere su quello che sapevano.

Finor ain aula si è discusso solo di eccezioni, questioni preliminari e ammissione di prove. Dall’aprile dell’anno scorso il processo è fermo: cinque udienze con cinque giudici diversi e cinque rinvii in attesa della sesta toga. La causa viene infatti assegnata in origine a una giudice della nona sezione penale che però di lì a poco viene eletta al Csm, il Consiglio superiore della magistratura. Quindi prima udienza tenuta dalla presidente della sezione, che affida il processo ad una terza toga, che però di lì a poco viene sostituita. Nuovo tentativo di partenza, ancora con un giudice donna (la quarta) che però si accorge di avere un figlio in una scuola con la stessa dirigente imputata. Opportuna astensione della giudice-madre e processo rinviato a nuova udienza con altro giudice (il quinto), che provvede sì all’accoglimento delle prove chieste dalle parti ma si libera subito della causa rimettendola a un sesto giudice (nel suo provvedimento lo indica come «titolare») che però non è ancora nell’organico della sezione. Questo sesto giudice se ne occuperà dal 27 luglio, vigilia della pausa estiva di tutti i processi.

Intanto le famiglie dei bambini attendono giustizia. «Per fortuna ci è stato detto che questo nuovo giudice da settembre dovrebbe trattare con priorità il fascicolo», commenta l’avvocato Silvia Belloni che rappresenta alcune parti civili. «Le famiglie - aggiunge l’avvocato Andrea Moro Visconti - si sentono trascurate anche perché il Comune di Milano, benché citato come responsabile civile per il risarcimento del danno subito dai bambini, ha scelto di non costituirsi nel processo se non a sua volta come parte civile per ottenere la liquidazione di danni propri».