Milano – La Procura di Milano è vicina a portare a processo Manfredo Palmeri, consigliere del comune di Milano e del Consiglio regionale della Lombardia (lista Moratti), accusato di corruzione tra privati nell’ambito dell’inchiesta sugli affari sporchi degli ultrà dell’Inter e del Milan.
Al politico e ad altre 11 persone e 8 società è stato notificato l’avvio di conclusione delle indagini, che è il preludio alla richiesta di rinvio a giudizio. Secondo i pubblici ministeri, Palmeri avrebbe ricevuto un quadro dal valore di oltre 11 mila euro dall’imprenditore Gherardo Zaccagni – anche lui indagato – per favorirlo nella concessione dell’appalto sui parcheggi intorno allo stadio Meazza di San Siro durante la stagione concerti 2024.
L’inchiesta e le accuse
Palmeri, che dal 2006 al 2011 è stato presidente del Consiglio comunale di Milano, è uno dei dirigenti della società “M-I Stadio”, cioè la società che per conto delle sue società di calcio gestisce i servizi dell’impianto sportivo e che, nel 2023, ha fatturato 27 milioni di euro. Ed è proprio sugli affari legati a bagarinaggio e parcheggi che si concentra l’inchiesta. “Adesso io a Manfredi comunque gli ho comprato già il quadro eh! Sono 10.000 di quadro!”, diceva Gherardo Zaccagni, intercettato dagli inquirenti. La comunicazione fa riferimento a un dipinto dell’artista cinese Liu Bolin che in fase di indagine è stato sequestrato dall’autorità giudiziaria.
In particolare, Giuseppe Caminiti, figura apicale della curva dell’Inter, ora in carcere, in una telefonata del 2020 avrebbe chiesto all'interlocutore chi fosse la persona con cui prendere contatti per garantirsi l’aggiudicazione dell’appalto parcheggi per i concerti.
Dal centrodestra al centro
La pubblica accusa è ora pronta a portare a processo il politico. Palmeri in passato era un membro di primo piano di Forza Italia, nel 2011 si era candidato a sindaco di Milano con Futuro e Libertà e Unione di centro e di recente è stato eletto in Consiglio regionale come capolista del partito di Letizia Moratti.
La difesa di Palmeri
“Non ho mai fatto favori a nessuno in cambio di denaro o regalie”, aveva dichiarato in una nota Palmeri. “Peraltro nel lavoro allo stadio non ho alcun potere gestionale e decisionale per favorire chicchessia. In tanti anni di specchiata attività professionale e anche pubblica questa ipotesi di cui ho letto mi amareggia ed è destituita di qualsiasi fondamento, come sarà dimostrato in tutte le sedi”.