ANDREA GIANNI
Cronaca

Processo agli ultras, in aula l’investigatore: “Mai arrivate denunce, nemmeno segnalazioni anonime”

Un ispettore della squadra mobile è stato il primo testimone nel dibattimento a carico dei milanisti Christian Rosiello, Riccardo Bonissi e Francesco Lucci (fratello del Toro). Sul fronte interista, invece, i familiari del rampollo di ‘ndrangheta Bellocco saranno parti civili contro l’omicida Andrea Beretta

Luca Lucci e Christian Rosiello, fra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta Doppia Curva

Luca Lucci e Christian Rosiello, fra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta Doppia Curva

Milano, 21 marzo 2025 – Il “consenso sociale e la capacità intimidatoria”. La violenza e l’omertà, perché “nonostante diversi fatti di sangue nessuno si è mai rivelato per fare anche semplici segnalazioni anonime”. Lo spaccato di un mondo, quello degli ultrà, descritto in aula da chi ha condotto le indagini, coordinate dal pm Paolo Storari, che hanno decapitato i vertici delle tifoserie organizzate di Milan e Inter.

Un ispettore superiore della Squadra mobile è stato il primo testimone nel processo a carico dei tifosi rossoneri Christian Rosiello, ex bodyguard del rapper Fedez, Riccardo Bonissi e Francesco Lucci, fratello del capo della curva Sud Luca Lucci. Hanno scelto il rito ordinario, mentre altri 19 imputati sono sotto processo con rito abbreviato. “La violenza era la caratteristica principale – ha spiegato in aula l’ispettore superiore Vangi – oltre all’omertà”.

Poi ha illustrato ai giudici la mole di intercettazioni, filmati e materiale raccolto nell’ambito dell’inchiesta Doppia curva, condotta da polizia e Gdf. È stato mostrato anche il video, estrapolato da una telecamera di sorveglianza comunale, di una violenta aggressione da parte di alcuni ultras della curva Sud avvenuta il 5 aprile del 2024 nei confronti di un 30enne.

Il gruppo, tra cui anche Rosiello, si scaglia contro il ragazzo fuori da un bar a Motta Visconti. “Si vede la vittima correre all’esterno inseguito da tutti”, ha descritto l’ispettore della Mobile. “Scappa e viene aggredito. Lo picchiano. Lui è riverso a terra e c’è anche uno di loro che filma tutta l’azione. Successivamente - ha aggiunto -, intervengono ancora per spogliarlo. Viene denudato, cerca di rialzarsi ma non riesce a reggersi in piedi. Nel frattempo, risalgono tutti sulla macchina e si allontanano dal luogo”. Il pestaggio sarebbe avvenuto ai danni dell’amico di un 27enne che aveva un debito con il cognato di Alessandro Sticco detto “Shrek“.

Nella contestazione di associazione per delinquere a carico anche dei tre ultras a dibattimento vengono indicati una serie di episodi di estorsioni e “aggressioni” che in un caso hanno riguardato anche il personal trainer dei vip Cristiano Iovino, che nella notte tra il 21 e il 22 aprile 2024 venne pestato dopo una rissa in un locale con Fedez e altri. Iovino non ha mai denunciato, ma è indicato nella lista dei testimoni che verranno sentiti nelle prossime udienze.

Il Tribunale di Milano, ieri, ha ammesso come parti civili Milan e Lega Serie A, che avevano chiesto di costituirsi per danni patrimoniali e danni d’immagine contro gli ultras. Respinta, dai giudici, l’opposizione presentata dal loro difensore, l’avvocato Jacopo Cappetta, che ha negato il danno patrimoniale e anche quello di immagine.

Hanno deciso intanto, in un altro procedimento, di costituirsi parti civili i familiari di Antonio Bellocco, l’esponente dell’omonimo clan della ‘ndrangheta e che era nel direttivo della curva Nord interista, ucciso a coltellate lo scorso 4 settembre fuori da una palestra a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese, da Andrea Beretta, ex capo ultrà nerazzurro, diventato poi anche collaboratore di giustizia.

In particolare, i familiari di Bellocco, assistiti dall’avvocato ed ex pm Antonio Ingroia, entreranno come parti civili, per chiedere i danni, nel processo abbreviato sull’omicidio.