Milano, 30 settembre 2024 – Lo stadio di San Siro, si legge negli atti “e le attività economiche connesse sono fuori da ogni controllo di legalità”. Ciò è avvenuto, “almeno in parte, anche a causa di alcune carenze organizzative della Fc Internazionale nella gestione dei rapporti con la tifoseria: controlli assolutamente carenti per gli ingressi allo stadio; forniture di biglietti a soggetti appartenenti alla criminalità che poi effettuano enormi ricarichi in sede di rivendita; partecipazione ai guadagni da parte di soggetti indagati ovvero già condannati per associazione di tipo mafioso, che poi trasferiscono il denaro alla famiglia mafiosa di appartenenza”, ha aggiunto nel corso di una conferenza stampa il procuratore di Milano Marcello Viola.
Nell'ordinanza si parla di “contatti agevolatori” e di vari episodi come “la corresponsione di 1500 biglietti alla curva nord, dopo pesanti pressioni, in occasione della finale di Champions League”, della “corresponsione di ulteriori abbonamenti alla curva Nord in occasione della estromissione degli Irriducibili”, un gruppo ultras. E ancora dei “continui rapporti con We Are Milano dietro cui si nasconde la gestione (occulta) di Andrea Beretta; il costante ingresso allo stadio di soggetti privi di tagliando, agevolato dalle pesanti intimidazioni nei confronti degli steward, situazione che va avanti da anni e a cui nessuno pare essere in grado di porre rimedio”. Un capitolo dell'ordinanza riguarda, ad esempio, “l'incontro” di alcuni capi ultrà, come Marco Ferdico, finito oggi in carcere, “con il calciatore Skriniar" e “i primi contatti con l'allenatore” Simone Inzaghi.
Un’indagine delicata e complessa
Come spiega il procuratore Viola, si è trattato di “una complessa indagine” della Direzione distrettuale antimafia (Dda) “che ha riunito diversi filoni investigativi condotti da più articolazioni della Polizia di Stato, nonché dal Gico di Milano e dallo Scico della Gdf”. Assieme “all'esecuzione delle misure cautelari sono state delegate ed eseguite decine di perquisizioni a carico di ulteriori indagati”. Inoltre, la Divisione Anticrimine della Questura di Milano “ha applicato a più soggetti diversi divieti di accesso ai luoghi, ove si svolgono manifestazioni sportive”, ossia dei Daspo, o “ha comunque avviato la relativa procedura nei confronti di numerose altre persone”. Le indagini hanno consentito, secondo l'accusa, “di accertare l'esistenza di infiltrazioni criminali tra gli ultrà e hanno coinvolto i principali esponenti dei cosiddetti direttivi delle tifoserie organizzate delle due principali squadre calcistiche milanesi”.