Il sogno dei baby migranti finisce per la strada. Milano non ha più mezzi per ospitarli

La città ha accolto 426 minori da inizio gennaio. La spesa grava sulle casse del Comune di Marianna Vazzana

Giovani profughi a Milano (NewPress)

Giovani profughi a Milano (NewPress)

di Marianna Vazzana

Milano, 11 settembre 2014 - Arrivano a Milano in cerca di fortuna. Punto di partenza: Egitto, Marocco, Siria ma anche Albania e Kosovo. Sono i “baby migranti”, maschi, tutti tra i 14 e i 17 anni, non accompagnati da genitori o tutori. Dopo viaggi estenuanti a bordo dei barconi e un peregrinare no-stop dal sud Italia, giungono all’ombra della Madonnina affamati, stanchi e senza soldi. I più fortunati si appoggiano ai connazionali già residenti in città. Ma moltissimi finiscono per strada, perché i posti nelle comunità che dovrebbero accoglierli non bastano. 

Ieri, agli uffici del Pronto intervento Minori del Comune in via Dogana 2, si sono presentati 31 ragazzini. Cinque (tre egiziani, un marocchino e un siriano) hanno trovato ospitalità. Gli altri dovranno pazientare. E nel frattempo? Si arrangiano dove capita. Anche per strada, nelle stazioni o ai giardini pubblici, col rischio di diventare preda di malviventi o di essere assoldati per lo spaccio di droga o piccoli furti. Ogni giorno il numero aumenta di 4, 5 unità. Da gennaio a oggi il Comune - che per legge è obbligato a prendere in carico tutti i minori non accompagnati - ha spalancato le porte a 426 stranieri under 18. L’anno scorso, in 571 avevano chiesto aiuto. E per il 2014 si prevede il raddoppio. Intanto la spesa grava sulle casse del Comune, che deve anticipare le risorse: l’accoglienza di ciascuno costa tra i 70 e i 90 euro al giorno. Lo Stato ha creato un Fondo per i Minori che ha avuto disponibilità diverse, 5 milioni nel 2012, 25 nel 2013 e 40 nel 2014. Ma Palazzo Marino ha sborsato 4,5 milioni nel 2013 e ne ha finora ricevuti 1,5

E intanto l’ondata di baby migranti non si arresta: ogni giorno, “invitati” dalla questura o dalla Polfer dopo la necessaria identificazione, si presentano in via Dogana tra i 20 e i 30 ragazzini. Numeri altissimi. Si procede con i casi più urgenti: priorità ai più piccoli e a chi non ha nessun parente. E c’è chi ritorna a bussare alla porta anche un mese di fila. «Per quanto ci riguarda — dichiara l’assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino — la responsabilità di quanto sta accadendo a Milano è del Governo che non ha pianificato la ripartizione su scala nazionale dei minori stranieri non accompagnati, verificando le reali possibilità di accoglienza delle singole città. Chiediamo che sia attuato un piano e soprattutto di ottenere le risorse che finora abbiamo anticipato l’anno scorso e quest’anno».