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Immigrati, la Diocesi di Milano: "Aiuto a casa loro non serve"

Sul sito della Curia una presa di distanza dalla manifestazione indetta per sabato mattina dalla Lega Nord in piazza Duomo contro l’immigrazione clandestina

Accoglienza ai profughi siriani nella Stazione centrale di Milano

Milano, 17 ottobre 2014 -  "Difficile che per queste persone possa essere efficace "aiutarli a casa loro": basti vedere il livello estremo di poverta', conflitto e complessita' di Paesi come la Siria, l'Eritrea, la Palestina, l'Iraq, la Libia. Certamente quella della cooperazione internazionale è una strada da percorrere in modo più deciso": è quanto scrive sul sito della Diocesi di Milano don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana.

Domani a Milano la Lega Nord ha organizzato una manifestazione contro l'immigrazione clandestina e l'operazione Mare Nostrum, e don Davanzo spiega che ''non ci sono dubbi chper tutto questo si stia pagando un prezzo. Ma il costo delle vite umane finite sul fondo del Mediterraneo qualcuno ha mai provato a stimarlo? Così come è indubbio il prezzo da pagare per i sempre perfettibili percorsi di accoglienza. Consideriamo però anche il danno sociale che deriverebbe dall'abbandonare queste persone a se stesse o in balia di organizzazioni criminali". "Il fenomeno migratorio - prosegue - e' cosa seria che si radica nella drammatica realta' di un mondo spesso squilibrato ed ineguale. Per questo deve essere affrontato con criteri condivisibili per una sua gestione saggia e che rispetti la dignità di persone per lo più in fuga da miseria, conflitti, mancanza delle più elementari forme di libertà. Tutelando, insieme, la sicurezza dei cittadini residenti. Toni eccessivamente allarmistici possono innescare nei singoli paura e ripiegamento egoistico, a danno di tutta la vita sociale"Il direttore della Caritas Ambrosiana spiega quindi che ''una societa' sempre piu' solidale con i piu' deboli, ogni forma di debolezza, e' un guadagno e una garanzia per tutti: domani in difficolta' potrebbe esserci chi ora si sente forte''.

E sucggerisce: "È importante che tutti si impegnino per alleviare le sofferenze di tutti in questa emergenza umanitaria. Anzitutto evitando di sgravarsi - con sommari giudizi sui migranti - la coscienza dal dovere di confrontarsi con il problema e di agire. Poi collaborando attivamente con le istituzioni e il volontariato per l'accoglienza". Don Avanzo conclude: "Nell’attesa che si superino le inequità all'origine dei flussi migratori e auspicando che la politica estera dei Paesi occidentali agisca presto in modo più solidale e unitario, non possiamo restare immobili, chiusi o addirittura ostili davanti a bambini, donne e uomini, sorelle e fratelli in situazione di grave prova. Quella in cui si costruisce e aumenta la fiducia e la stima e l'accoglienza reciproca è una società in cui è più bello vivere".