NICOLA PALMA
Cronaca

Prolungamento della M5 fino a Monza. Il nodo degli extracosti: +35% rispetto al budget iniziale

Progetto da 1,3 miliardi per aggiungere altri 12,6 chilometri di rotaie attraverso i territori di Sesto e Cinisello Balsamo. Ma potrebbero servire 400 milioni in più

Lavori nel tunnel della metropolitana

Lavori nel tunnel della metropolitana

Milano – Prima la M1. Ora la M5. Il nodo è sempre lo stesso, seppur con sfumature diverse: quello dei costi. Una decina di giorni fa, è emersa la necessità da parte del Comune di rifare la gara per il prolungamento della linea rossa fino a Baggio, che al primo tentativo ha fatto registrare una sola offerta non valida. Adesso tocca all’opera che promette di portare i convogli della lilla fino a Monza (passando per Sesto e Cinisello), aggiungendo 12,6 chilometri di rotaie (con 11 stazioni) quasi interamente in sotterraneo ai 15 (con 19 stazioni) già entrati in funzione tra il 2013 e il 2015 sulla tratta Bignami-San Siro. Un’opera con una previsione di spesa di 1,296 miliardi di euro, di cui più di 900 milioni già finanziati. Un budget che a breve verrà rivisto al rialzo di almeno 400 milioni, con tutto che quel che ne conseguirà in termini di nuove risorse finanziarie da reperire e di tempi che giocoforza si allungheranno. Andiamo per ordine.

Il 20 giugno, Palazzo Lombardia ha annunciato di aver concluso con esito favorevole la Conferenza di servizi per il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico (Paur) finalizzato alla realizzazione del prolungamento della M5. “Abbiamo assicurato un passaggio fondamentale per lo sviluppo progettuale ai fini dell’appaltabilità di un’opera assolutamente strategica”, il commento dell’assessore ad Ambiente e Clima Giorgio Maione. Poco più di un mese dopo, un decreto della direzione generale dell’assessorato competente ha formalizzato il rilascio del Paur, che comprende la valutazione di impatto ambientale e i titoli abilitativi per la realizzazione e l’esercizio del progetto.

Il documento è stato inviato il 24 luglio a tutti gli enti coinvolti – dal Ministero dei Trasporti ai Comuni, fino alla Città metropolitana e alla provincia di Monza e Brianza – con le specifiche a cui attenersi nella prosecuzione dell’iter. A quella missiva, come anticipato ieri dal Sole 24 Ore, ne ha fatto seguito un’altra, datata 5 agosto, firmata dal responsabile della Direzione specialistica infrastrutture del territorio di piazza Scala, Salvatore Barbara: “Nei prossimi mesi – si legge – Mm spa procederà all’aggiornamento del progetto definitivo per recepire le prescrizioni espresse dagli enti. L’aggiornamento riguarderà anche la stima economica dell’opera, non solo per considerare le modifiche progettuali o le nuove opere generate dalle suddette prescrizioni, ma anche per allinearsi agli attuali prezziari. Infatti l’importo dell’opera, sulla base del quale erano stati richiesti i finanziamenti, è stato ottenuto adottando i prezziari del 2018”.

Tenuto conto di questo, prosegue il tecnico, “avendo sviluppato una stima di massima, sulla base di prezzi di opere simili di recenti progetti di metropolitane e prezzi parametrici unitari di interventi similari, si potrebbe registrare – al netto di specifiche maggiori onerosità connesse alle prescrizioni emerse in sede di rilascio Paur – un incremento del Qe (Quadro economico, ndr) dell’ordine del 35-40%. Tale dato è da prendere in via del tutto indicativa, ma consente di avviare sicuramente un tavolo di lavoro per individuare le possibili modalità di reperimento delle risorse aggiuntive che verranno quantificate in via analitica nel prosieguo”. Già, è proprio questo il punto: chi dovrà mettere i soldi? Trattandosi di interventi che riguardano territori fuori da Milano, l’onere dovrebbe spettare a Stato, Regione o agli altri Comuni coinvolti nella partita.