I tassisti si muovono. O almeno una parte di loro. Alle 16.30, delegati e iscritti alle sigle Uiltrasporti, Taxiservice, Ugl e Uritaxi si ritroveranno in piazza Scala per inscenare una protesta davanti a Palazzo Marino. "È arrivato nuovamente il momento di farci sentire e farci vedere pronti a difendere il nostro lavoro e la nostrà dignità", l’incipit del volantino che ha iniziato a circolare ieri mattina sulle chat dei conducenti di auto bianche. Il tema al centro della contesa resta sempre quello delle licenze: l’amministrazione Sala ne ha chieste mille in più alla Regione, ritenendo il numero di macchine attualmente in circolazione insufficiente per rispondere all’incremento di domanda generato dal boom del turismo e da una città profondamente cambiata rispetto a vent’anni fa (quando ci fu l’ultima iniezione di autorizzazioni per un totale di 288). Gli organizzatori dell’iniziativa puntano il dito contro la cancellazione o lo spostamento di alcuni posteggi e citano i casi di corso Buenos Aires, corso Monforte e Policlinico.
Modifiche che, a loro dire, "rallentano in ogni modo la viabilità, vietando l’accesso ai taxi durante le numerose manifestazioni che si svolgono a Milano". Modifiche che interpretano come "chiari segnali della volontà di ostacolare in ogni modo il servizio, per accusarci di essere carenti quando in città sempre ci siamo solo noi". Lunedì erano stati, invece, i rappresentanti di Tam, Unione Artigiani, Satam, Federtaxi Cisal, Acai, Unica Cgil e radiotaxi 8585 e 4040 a far sentire la loro voce con un duro comunicato: "Mentre divampa la campagna sul taxi introvabile, invece di dare sostegno al progetto di miglioramento del servizio con quelli che sono gli strumenti disponibili già contenuti nel decreto Bersani, l’amministrazione Comunale limita la mobilità delle auto pubbliche con una viabilità sempre più limitata e una carenza di offerta del servizio autobus e tram bloccati a più riprese nel traffico e una metropolitana così poco europea che viene da sempre chiusa poco dopo la mezzanotte così da pregiudicarne la disponibilità, proprio in questo momento di eccezionale domanda". N.P.