Milano – “Ci hanno convocati alle 12.25 per consegnarci la lettera di licenziamento, poi abbiamo dovuto prendere le nostre cose e nell’arco di mezz’ora siamo stati accompagnati alla porta”. La scure dei tagli è caduta su due giuristi d’impresa, che per anni si sono occupati di pratiche e contenziosi nell’ufficio legale milanese di ButanGas, colosso del settore del Gpl. Licenziati per la scelta di riorganizzare l’ufficio composto da quattro persone, dimezzando quindi il personale, ed “esternalizzare alcune attività” affidandole a studi legali esterni.
Per questo i colleghi hanno scioperato per quattro ore e, nell’ambito della mobilitazione indetta dalla Femca Cisl di Milano, ieri si sono riuniti in presidio davanti alla sede dell’azienda in via Larga, dove lavorano una sessantina di persone. “Quando abbiamo chiesto spiegazioni - spiega Luca Creuso, 44 anni, uno dei due giuristi d’impresa licenziati – ci hanno detto che non c’era la possibilità di ricollocarci e che l’unica strada era quella del licenziamento per giustificato motivo oggettivo”.
Creuso, che ha due figli minorenni, ha lavorato nell’ufficio legale di ButanGas per più di 14 anni, ed è delegato sindacale della Femca Cisl. Anche la collega 39enne, assunta nel 2013, è una dipendente di lungo corso. E anche lei è iscritta al sindacato. Entrambi sono laureati in Giurisprudenza, e ora stanno portando avanti una battaglia per il loro posto di lavoro, esprimendo preoccupazione anche per il futuro dei colleghi. “Di sicuro sono in atto risparmi sul costo del personale – spiega Creuso – e non so se la scelta di licenziare proprio noi sia legata anche alla nostra attività sindacale. Sono tagli immotivati perché l’azienda non è affatto in crisi, macina utili”.
Un paio di settimane prima del loro licenziamento, tra l’altro, durante un coordinamento nazionale a Roma il direttore generale aveva affermato che non era prevista alcuna riduzione di personale. ButanGas, fondata nel 1948, è parte della Veroniki Holding. Un’impresa in salute, che fa utili, presente in nove Paesi europei, con 1.420 dipendenti. “È una decisione inaccettabile – osserva il segretario generale della Femca Cisl milanese, Eustachio Rosa – la ButanGas non può raccontare che va tutto bene e non ci sono esuberi in vista e poi rimangiarsi la parola nel giro di pochi giorni, licenziando due persone senza preavviso e senza confronto con il sindacato. Questa mancanza di trasparenza e correttezza ci preoccupa e ci fa temere anche per la tenuta occupazionale complessiva”. Una protesta rilanciata anche dalla Femca Cisl nazionale, che chiama in causa anche l’associazione di categoria Assogasliquidi. “Consegnare le lettere di licenziamento, adducendo motivi riorganizzativi non condivisi e poco chiari, è un atto scorretto che viola non solo le più elementari regole delle relazioni sindacali – si legge in una nota – ma, soprattutto, lede in maniera grave la dignità delle persone coinvolte, che sono state allontanate dal luogo di lavoro seduta stante. Modalità di licenziamento in tronco che si riserva a chi si rende responsabile di gravi reati, in questo caso utilizzata nei confronti di lavoratori senza alcun precedente richiamo formale o informale sull’operato o sulla condotta”.