
"Ci restano solo due strade per fermare la demolizione del Meazza e la realizzazione di un nuovo stadio a San...
"Ci restano solo due strade per fermare la demolizione del Meazza e la realizzazione di un nuovo stadio a San Siro: i ricorsi al Tar e la mobilitazione. Ecco, il 6 febbraio 2026, in occasione della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi Milano-Cortina, andremo davanti allo stadio per spiegare alla stampa internazionale che l’impianto iconico che ospiterà l’evento è destinato a essere demolito". Parole del consigliere comunale di Europa Verde, Carlo Monguzzi (nella foto), pronunciate durante la commissione consiliare sul caso San Siro, in vista della chiusura dell’avviso pubblico – la scadenza è il 30 aprile – per individuare i privati – con molta probabilità Milan e Inter – pronti ad acquistare stadio e area limitrofa per realizzare un nuovo impianto e rifunzionalizzare il Meazza. Subito dopo, il consigliere di FI Alessandro De Chirico si rivolge a Monguzzi e agli altri esponenti del centrosinistra contrari al nuovo stadio: "Proponete la sfiducia del sindaco Sala. È troppo facile fare la maggioranza e l’opposizione allo stesso tempo".
Resta il nodo dei costi della bonifica dei terreni. I club vorrebbero che quei costi venissero stralciati dal prezzo di acquisto di stadio e area. L’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi prende tempo: "I costi di bonifica non sono ancora stati quantificati. C’è una legge regionale e c’è la legge Stadi che prevedono la possibilità che quei costi possano essere scomputati ma noi siamo in attesa dell’istruttoria. E poi si aprirà una negoziazione su questo punto". In commissione c’è anche chi – come il dem Alessandro Giungi – ha contestato la valutazione di 197 milioni di euro dell’Agenzia delle Entrate. Tancredi è cauto: "Non escludiamo la possibilità di fare ulteriori verifiche ma pensiamo di aver fatto la cosa più corretta, ci siamo rivolti all’ente più autorevole, l’Agenzia delle entrate". M.Min.