Le compravendite di capannoni produttivi sono aumentate di più nelle località di provincia rispetto ai capoluoghi lombardi. Nelle città si è passati da 293 a 374, secondo l’elaborazione dei dati dell’Agenzia delle entrate effettuata dall’Ufficio Studi Tecnocasa, mentre nei Comuni di provincia il saldo positivo cresce: 3.874 nel 2023, 4.191 nel 2024. Lo stesso trend si registra anche nel commercio. Il mercato del mattone legato ai negozi è stato più dinamico lontano dai capoluoghi, dove si è registrato persino un lieve calo delle compravendite (2.589 nel 2024, 2.604 nel 2023) compensato dal risultato della provincia: negli altri Comuni, infatti, le operazioni immobiliari concluse sono state 5.862 nell’ultimo anno a fronte delle 5.497 del 2023.
Se il risultato del “mattone industriale“ conferma la vocazione sempre più di servizi e terziaria dei capoluoghi e una delocalizzazione delle attività produttive in provincia, quello relativo al commercio suona come un campanello d’allarme per le grandi città, penalizzate dagli alti costi di gestione di un negozio nelle zone con maggiori flussi. Solo la compravendita di uffici ribalta lo scenario a vantaggio dei capoluoghi: nel 2024 le compravendite di locali destinati a mansioni impiegatizie sono state 1.480 (1.455 l’anno precedente), mentre in provincia le operazioni hanno raggiunto quota 1.815, inferiore al 2023 (1.834). Per quanto riguarda i capannoni, i tagli più acquistati hanno una metratura inferiore a 500 metri quadrati: tra le motivazioni prevale lo stoccaggio merce (42,4%) ma quasi uno su quattro ( 24,2%) investe per la produzione. Nel commercio invece gli spazi scendono sotto i 100 metri quadrati, così come per gli uffici.
L.B.