
di Andrea Gianni
Tagli delle ore di lavoro invece di investimenti in pulizie e sanificazioni. E appalti al ribasso che, da quando è esplosa la pandemia, stanno erodendo stipendi, già sotto la soglia dei mille euro al mese, di lavoratori esposti al rischio di contagi in ospedali e strutture sanitarie pubbliche. Operatori dietro le quinte, con paghe e trattamenti "di serie B" ma un ruolo fondamentale per l’igiene in pronto soccorso, sale operatorie e corsie. La Filcams-Cgil ha messo in fila i tagli dall’inizio della pandemia legati ai nuovi appalti Arca, la centrale acquisti della Regione, vinti da aziende che hanno offerto condizioni più vantaggiose per le pulizie. All’Ats Milano Metropolitana, denuncia il sindacato, un taglio del 20% delle ore con il subentro di Dussmann. All’ospedale di Bollate l’affidamento a Markas si è tradotto in un -10%. La stessa impresa ha vinto la gara anche per la Rsa Sandro Pertini di Garbagnate (-8%) e per l’ospedale Gaetano Pini di Milano (-30%). All’Asst Santi Paolo e Carlo il passaggio alla Dussmann si è tradotto in un taglio del 15% delle ore. Nell’elenco anche "l’Asst Milano Nord con possibili tagli, anche se potrebbero stabilire una proroga dell’incarico fino a gennaio 2021".
Numeri che si traducono in stipendi sotto la soglia di sussistenza per lavoratori che vengono riassorbiti dalle società subentranti. E una corsa per garantire lo stesso servizio in meno ore, con organici che in questo periodo sono decimati da contagi e quarantene. "Nella situazione che stiamo vivendo avrebbero dovuto aumentare le ore di pulizia invece di tagliarle – spiega Marco Beretta, segretario generale della Filcams-Cgil di Milano – le strutture pubbliche si comportano peggio dei privati e la Regione continua a non prestare ascolto. Tutto questo si ripercuote sulla qualità del servizio che viene offerto ai cittadini". Il cambio d’appalto al Pini, in particolare, era finito al centro di una battaglia dei lavoratori, con scioperi e manifestazioni dei sindacati di base davanti alla sede che non hanno impedito il passaggio di testimone. Contratto che, aveva specificato l’azienda sanitaria, era stato "aggiudicato mediante procedura di gara centralizzata regionale". Lo scorso 12 ottobre la Filcams aveva scritto alla commissione Sanità del Consiglio regionale per chiedere un’audizione esprimendo allarme per un "deterioramento del servizio che inevitabilmente non risulterà sufficiente a garantire la salvaguardia dell’igiene" e denunciando un taglio "non minimamente confacente all’attuale emergenza sanitaria" a Milano. Lettera che, scuote la testa Beretta, "è rimasta senza risposta". Intanto i lavoratori del settore si preparano a incrociare le braccia il 13 novembre, nello sciopero nazionale proclamato da Cgil, Cisl e Uil. Una di loro, Concetta D’Isanto, addetta alle pulizie nell’ospedale di Sesto San Giovanni, era stata anche premiata da Mattarella, a nome di un esercito di "eroi del Covid" pagati meno di mille euro al mese, ora sottoposti alla beffa di ulteriori tagli.