
È considerato una periferia della periferia. Ma il borgo di Quarto Cagnino, ad ovest rispetto al centro di Milano, punta a diventare un quartiere ricordato per la sua lunga storia, conosciuta da pochi. Non a caso il Municipio 7 presieduto da Marco Bestetti ha deciso di costituire il comitato tecnico-scientifico per la valorizzazione storico-culturale e la promozione turistica di Quarto Cagnino. Nella Milano dei quartieri e della città in 15 minuti, già delineata dalla Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala, ogni area della città dovrà diventare autosufficiente e provare a mettere in evidenza le sue caratteristiche migliori.
Per quanto riguarda Quarto Cagnino, la storia dell’area potrebbe diventare un motivo di attrazione per milanesi e turisti. Il borgo poco distante dallo stadio di San Siro, infatti, è stato edificato nei secoli passati lungo la “via delle Gallie”, la strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con le Gallie, in corrispondenza – come chiaramente indica il toponimo – della distanza di quattro miglia, “quartum castrum”, dal centro dell’antica città romana. Quarto Cagnino, dalla fine del 1700 fino alla metà del 1800, è stato poi annesso al Ducato di Milano (Pieve di Trenno) e successivamente al distretto di Baggio. Fino all’anno 1861, l’anno della costituzione del Regno d’Italia, in cui la zona è diventata Comune autonomo, ma nel 1869 (insieme a Figino e Quinto Romano) è stata nuovamente assorbita da Trenno e poi nel 1923 da Milano.
Le tracce dell’antico borgo sono ancora visibili lungo un breve tratto della via Fratelli Zoia, in cui si trova un’antica colonna conosciuta come “crocetta” e Villa Resnati, conosciuta come “ca’ de Napoleon” perché Napoleone III ci dormì una notte.
M.Min.