Il Quarto Stato resta a Milano: la Soprintendenza si oppone al progetto del Governo di esporlo a Pechino

Il dipinto monumentale di Pellizza da Volpedo, secondo le intenzioni di Roma, doveva accompagnare Mattarella nel viaggio di Stato in Cina: un modo, assieme alle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Marco Polo, per ricucire i rapporti col Partito comunista

Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo: l'opera, del 1901, è esposta alla Gam di Milano

Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo: l'opera, del 1901, è esposta alla Gam di Milano

Milano, 31 ottobre 2024 – Troppo grande, ma soprattutto troppo fragile e quindi “prezioso” per affrontare un viaggio fino in Cina. La Soprintendenza ai Beni architettonici della Lombardia ha posto il suo veto alla richiesta avanzata dal Governo di poter esporre a Pechino il “Quarto Stato”, il celeberrimo quadro di Pellizza da Volpedo, che da due anni ha trovato casa alla Gam la Galleria d’arte moderna di Milano. L’opera – che com’è noto rappresenta le prime lotte per i diritti della classe proletaria italiana a cavallo fra la fine del XIX secolo e l’inizio del Ventesimo, e raffigura un corteo di braccianti a Volpedo, in provincia di Alessandria, con in primo piano tre lavoratori fra cui una donna – era stata scelta da Palazzo Chigi per accompagnare il viaggio di Stato del presidente della Repubblica in programma dal 6 al 12 novembre. Un quadro dal valore fortemente simbolico, da portare in un Paese che pur essendosi aperto da decenni all’economia di mercato e alla libera impresa è ancora ufficialmente governato dal Partito Comunista. “Le dimensioni del “Quarto Stato”, cinque metri e mezzo di base per tre metri d’altezza, e le intrinseche condizioni del dipinto a olio, ne sconsigliano un trasloco da dove si trova ora, in condizioni di perfetta conservazione”. Soprattutto, un viaggio di migliaia di chilometri. Solo 1.500 quelli da Shanghai, fra le tappe del viaggio di Stato in Cina di Mattarella, che incontrerà il suo omologo Xi Jinping.

Il presidente cinese Xi Jinping incontrerà Mattarella
Il presidente cinese Xi Jinping incontrerà Mattarella

La tela diplomatica

L’interesse improvviso del Governo Meloni per il “Quarto Stato” aveva alla sua base una motivazione diplomatica. Se il viaggio in sé aveva come sua ragione d’essere i 700 anni dalla morte di Marco Polo, forse l’”italiano” ancora oggi più famoso in Cina, la scelta di portare il dipinto di Pellizza voleva essere un modo indiretto, e raffinato, per omaggiare il Partito comunista cinese, ancora oggi di matrice “popolare”, e ricucire così i rapporti dopo l’uscita di Roma dall’intesa commerciale della “Via della Seta” . Tra l’altro da parte di un presidente del Consiglio di destra. L’intenzione era quello di esporlo nella grande Sala del Popolo del Parlamento cinese in piazza Tien An Men. Forse dimenticando che proprio quella piazza era stata, fra l’aprile e il giugno del 1989, teatro della sanguinosa repressione costata la vita ad almeno tremila cinesi che protestavano per chiedere più diritti e libertà d’espressione (il numero ufficiale non è mai stato reso noto: si tratta di una stima al ribasso della Croce Rossa internazionale; ci furono inoltre decine di migliaia di feriti).

L’ultimo viaggio

Il “Quarto Stato”, del 1901, ha conosciuto in oltre un secolo di vita diverse tribulazioni. Per vent’anni il governo fascista lo tenne nascosto in un deposito ritenendolo “scomodo” e “pericoloso”. Rivide la luce, è il caso di dire, alla fine della Seconda guerra mondiale quando fu collocato nella Sala della Giunta di Palazzo Marino fino al 1980. Venne poi portato alla Gam, poi esposto nel nuovo Museo del Novecento di piazza Duomo per fare ritorno – questa volta in forma permanente – di nuovo alla Gam. L’unico viaggio che ha affrontato è stato quello del 2022 a Firenze, per le manifestazioni del Primo Maggio nel capoluogo toscano.