ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Querelle al camposanto Divieto al cimitero di lumi a pile o energia solare

A San Giuliano Milanese la comunicazione che tutte le luci non autorizzate saranno rimosse ha innescato un circuito di polemiche. Dai social l’accusa "di voler fare cassa in tutti i modi".

Querelle al camposanto Divieto al cimitero di lumi a pile o energia solare

di Alessandra Zanardi

"Non è consentito apporre sulle sepolture lumi a batteria o energia solare. Tutti i lumi non autorizzati verranno rimossi". È bastata questa comunicazione, rivolta ai visitatori del cimitero di San Giuliano da parte della società che ne ha in carico la gestione, ossia l’Azienda speciale delle farmacie (Asf), per innescare un circuito di polemiche. Il sindaco Marco Segala fa appello al regolamento comunale ("è così da sempre"), ma sui social viaggiano commenti e perplessità da parte di chi non condivide il provvedimento, giudicato da qualcuno immotivato. "Che si vieti anche una ricarica a energia solare lo trovo molto illogico", scrive su Facebook Antonella Scaltrito. Una posizione condivisa da Arturo De Biasi, che annuncia: "Per quanto mi riguarda, non rinnoverò l’abbonamento alla luce votiva e mi auguro che altri mostrino il loro disappunto". "Un lumino a batteria che danno fa?", si chiede Mauro Bertuglia. Non manca chi vede nel divieto un intento speculativo: "Si vuol fare cassa", recitano alcuni post, lasciando intendere che, col proliferare delle luci "alternative", il gestore rischierebbe di perdere una parte degli introiti derivanti dagli abbonamenti all’illuminazione votiva. Il tema resta di attualità, tanto più che dal 1° febbraio Asf sta provvedendo a rimuovere i dispositivi non consentiti. "A far data da novembre sono stati messi gli avvisi – ricorda il sindaco in risposta al popolo della rete -. Il servizio d’illuminazione votiva segue le disposizioni regolamentari e deve essere attivato tramite Asf. Per motivi di sicurezza, non sono ammessi vasi e vasetti non predisposti al momento della realizzazione della lapide". "Ultimamente si è verificato un incremento dei lumini a pila e, più di recente, di quelli solari. Dispositivi che presentano un rischio, ancorché latente, di scoppio – spiega il direttore di Asf Cristiano Canova -. Da qui la decisione di vietarli, in linea col regolamento comunale che riserva la gestione dell’illuminazione votiva al solo conduttore del cimitero. Sono invece tollerati i tradizionali ceri, vista anche la presenza di una ghiera protettiva in metallo che ne custodisce la fiammella. Fare cassa? Per chi decide di sottoscrivere un abbonamento i costi sono 20 euro all’anno". Restano dunque consentiti, in alternativa o in aggiunta alle luci (a led) attivabili tramite il gestore, i ceri a fiamma "che, una volta esauriti, possono essere smaltiti nella plastica, mentre quelli a batteria, o ad alimentazione solare presuppongono percorsi di smaltimento ad hoc", concludono da Asf. Basteranno queste motivazioni a placare le polemiche?