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Questa è una partita a sé. Ci giocheremo lo scudetto con i nerazzurri e la Juve

Teo Teocoli, un tifoso del Milan, parla del derby di Milano e della rivoluzione avvenuta nella squadra rossonera. Teocoli sottolinea l'importanza della stracittadina per Milano e ricorda i tempi in cui conosceva tutti i calciatori. La sua opinione sul derby? "Non è una partita, è un'istituzione".

Questa è una partita a sé. Ci giocheremo lo scudetto con i nerazzurri e la Juve

"Un pizzico di passione per il calcio l’ho persa, ma l’amore per il Milan è rimasto". Teo Teocoli è un rrossonero doc. Anche in tournée, con gli spettacoli che talvolta non gli permettono di godersi le partite della squadra.

Per il derby di Milano, però, sarà davanti alla tv.

"Ho visto poco le partite del Milan e dell’Inter per via degli spettacoli, ma questo Diavolo mi sembra migliorato molto tecnicamente".

Cosa dirà questa stracittadina?

"Credo che i primi giudizi si possano dare attorno alla quinta-sesta giornata. Il derby è importantissimo, ma è talmente una partita a sé che non dà indicazioni definitive. L’Inter ne ha vinti cinque degli ultimi sei e un campionato l’ha vinto il Milan. Penso che alla fine le due milanesi se la giocheranno per lo scudetto assieme alla Juve".

Eppure nel Milan c’è stato un cambiamento massiccio da digerire.

"Una rivoluzione improvvisa, una decina di giocatori nuovi. Eliminando Paolo Maldini e prendendo dei giocatori poco conosciuti. Anche l’Inter si è rinforzata nel modo giusto, prendendo elementi più affermati. Ed eliminando Lukaku, uno che aveva detto che non avrebbe mai giocato in una squadra diversa. Se penso che l’altra sera fischiavano ancora Donnarumma...".

Che effetto le ha fatto?

"Brutto, perché ha cominciato da noi da ragazzo. Ha avuto un’offerta clamorosa ed è andato via. Tonali ha fatto la stessa cosa ma non lo fischiano. Abbiamo rifatto la squadra e anche quando è andato via Donnarumma abbiamo preso Maignan. Alla fine ci abbiamo guadagnato. Dobbiamo abituarci al fatto che le bandiere di un tempo non esistono più".

Il derby, in compenso, c’è sempre. "Non è una partita, è un’istituzione. Senza derby, Milano perderebbe una bella fetta di popolarità e di prestigio. Ho già parlato con qualche interista chiedendo di non rompere le scatole fino a lunedì. Anche se si gioca il sabato facciamo che ci si lascia in pace tutti la domenica e riposiamo".

Ma lei se lo immagina un derby lontano da San Siro?

"Sono 65 anni che vado al derby e sempre al Meazza. Mi faceva impazzire quando non c’era il terzo anello. Si andava presto, pure con la neve. Salutavi gli amici al bar. Ti godevi persino le pubblicità. E poi i calciatori li conoscevi tutti. Le squadre cambiavano ossatura ogni tot anni, non tutte le estati". M.T.