REDAZIONE MILANO

Queste richieste sono assurde anche per chi opera online

Anche l’affitto dell’ufficio a ore o a giornata – una pratica diffusa fra gli psicologi che svolgono la libera professione ricevendo i loro pazienti in più città – rischia di non essere più a norma sulla base dei nuovi requisiti predisposti da Ats per gli studi professionali legati alle professioni sanitarie. Le predisposizioni che stabiliscono la metratura di sale d’attesa, di visita e dei servizi igienici varrebbero persino per chi esercita l’attività esclusivamente online. E ci sarebbero problemi anche per i centri dedicati ai disturbi dell’apprendimento dove lavorano équipe formate da specialisti di diversi ambiti, nel caso in cui la sala da colloquio sia sprovvista di un lavamani. Sono le criticità sollevate da Claudia Popolillo, 45 anni e psicologa di Lodi.

Partiamo dagli uffici in coworking.

"Lavorando in varie città per gli psicologi sovente è prassi affittare a ore o a giornata dei luoghi adibiti a studioufficio. Queste soluzioni hanno una sala di attesa, bagni e anche sale per seminari e conferenze. Non è sempre certo però che nelle stanze attigue ci sia esercizio di professioni sanitarie. Talvolta sono uffici privati chiusi al pubblico, altre volte invece uffici di consulenza per altri tipi di attività. Secondo Ats la soluzione dell’affitto a ore non è compatibile con lo studio professionale. Negli altri casi deve essere prevista piena ed esclusiva disponibilità dei locali previsti per lo studio professionale, a condizione che nei restanti spazi non vengano svolte attività commercialistudi notarili e similari. Quindi ambienti finora considerati adatti all’esercizio della professione che si basa sullo scambio verbale possono non esserlo più per ragioni che si fanno fatica a comprendere".

Altre criticità?

"Nei centri specializzati sulla diagnosi e trattamento dei disturbi specifici dell’apprendimento, in cui sono coinvolti non solo da psicologi ma anche logopedisti e altre figure sanitarie, sarebbe ancora in vigore l’obbligo di tenere un lavabo nelle sale da visita che invece non è più previsto per gli studi degli psicologi secondo i chiarimenti emersi nella nota regionale. Ma non si capisce l’utilità di un lavamani dal momento che non c’è in alcun modo una manipolazione del corpo del paziente. Rimane poi spinosa la questione dei requisiti strutturali con le indicazioni delle misure minime per le sale di visita e di attesa e persino di conformazione dei servizi igienici. La cosa più assurda? È necessario disporre di uno studio professionale con queste caratteristiche persino per chi esercita esclusivamente attività online". A.L.